Gianni Clerici e gli studi a Urbino Un rapporto che segnò lo scrittore

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Anche la burocrazia ha un’anima capace di emozioni: dall’archivio dell’Università di Urbino spunta la data del 14 luglio 1956 col nome di Gianni Clerici, il grande giornalista e scrittore morto il 6 giugno scorso, e la sua laurea in Giurisprudenza, voto 106110. Una disciplina che sebbene non l’abbia poi visto frequentare le aule di tribunale, segnò per sempre un legame con l’Ateneo e diversi suoi docenti come Giorgio Nonni: "“Il vecchio scriba è con voi che ricordate sul campo di terra rossa una persona speciale“. Così lo scrittore prestato allo sport, come lo definì Italo Calvino, mi scrisse in occasione della scomparsa di mio fratello Luigi" ricorda Nonni "con cui avevo gestito alla fine degli anni Cinquanta il mitico campo da tennis del CUS, sotto il torrione di Sanpolo che lui frequentava mentre si laureava da noi in Diritto romano. Una consuetudine tra noi che iniziò quando presentò nel 2003 la mia edizione critica del “Trattato del giuoco della palla“, scritta nel 1555 dal filosofo Antonio Scaino. Lui possedeva una rara copia del libro originale e aveva lodato in uno studio "l’esegesi del tennis rinascimentale che ne aveva fatto il professor Giorgio Nonni in quella Urbino, che era uno dei centri deputati alla pratica del real tennis. Col Rettore Bogliolo lo iscrivemmo idealmente all’associazione Ex Alumni dell’Università di Urbino".

Un legame nel segno dell’amore per la conoscenza. "Gianni era un grande, sino all’ultimo assetato di sapere. Ci sentivamo spesso e ci scambiavamo pareri sulla origine della pallacorda, che ambedue ritenevamo che avesse avuto origine in Italia. Qui infatti furono trovate le prime “balette“ (=palline) cinquecentesche: due nel Palazzo Ducale di Urbino, altre a Mantova e a Jesi. Con altri colleghi ho contribuito a fondare il “Club delle Balette“, un sogno che lo scrittore teneva nel cassetto da giovane". Anche un altro docente di Uniurb, Carlo Magnani, ha un ricordo di Clerici: "Poco dopo aver pubblicato “Filosofia del tennis. Profilo ideologico del tennis moderno“, in una intervista a una rivista di cultura, di fronte alla sollecitazione dell’intervistatore che gli chiedeva un giudizio sul celebre scrittore David F. Wallace, amante del tennis e autore di un paio di libri sull’argomento, la risposta di Gianni Clerici fu spiazzante: disse che stava leggendo l’opera di un professore di Urbino, aggiungendo il mio nome, con molto diletto. Insomma, meglio la filosofia del tennis di un modesto ricercatore di Urbino che la letteratura postmoderna dello scrittore di culto americano! Qualche tempo dopo, alla radio della Svizzera italiana, passammo un’ora insieme in una trasmissione dedicata proprio al mio libro. Come nel tennis, uno scambio tra Urbino e Gianni Clerici del quale mi onoro essere stato tramite".

Tiziano Mancini