
Un tartufaio in cerca nelle nostre colline. La Regione ha disposto le linee guida
La cerca e cavatura del tartufo è riconosciuta patrimonio immateriale dell’Unesco ma una disposizione regionale potrebbe modificarla per sempre e ha scatenato le proteste dei tartufai. La Regione Marche ha disposto le linee guida per regolamentare le aree demaniali che prevedono concessioni a pagamento per un numero chiuso di cercatori andando a sconvolgere le antiche usanze della cerca, creando un ristretto numero di tartufai che possono accedere in certi boschi dopo aver pagato e solo per un anno, perché l’anno dopo le graduatorie scorreranno e loro non saranno più autorizzati a cercare il tartufo in quelle zone.
Una bestemmia per chi da generazioni si tramanda le "pasture" dove il tartufo cresce. Le Unioni Montane devono adottare le linee guida entro 90 giorni, termine già scaduto. Contro questo nuovo assetto si sono schierate le associazioni di tartufai e di commercianti. Per la cerca nelle aree demaniali i tartufai dovrebbero inviare una manifestazione di interesse a aprile, quando la stagione del tartufo bianco, il più redditizio, è ancora imperscrutabile. Chi venisse ammesso secondo alcuni stringenti criteri, l’anno successivo scivolerà infondo alle graduatorie. Dopo incontri e proteste delle associazioni la tassa di accesso è stata ridotta a 100€ e il numero di concessioni leggermente aumentato ma il problema rimane. I tartufai oltre a pagare circa 100€ annui per il tesserino, pagano anche 100€ di F24 per la vendita del prodotto ai quali ora si aggiunge questo nuovo balzello. In un’epoca nella quale il tartufo è sempre più raro partire con tutte queste spese solo per essere autorizzati alla cerca rischia di mettere fuori gioco i tartufai per passione, gli amanti del bosco che amano girare nella natura affidandosi solo al suo fiuto del cane per sapere dove andare e non a carte bollate e nuovi dazi. Il malcontento ora è forte tra i cercatori, conduttori di tartufaie esclusi dalla graduatoria e associazioni Amici del Bosco Pianta una Pianta e Spera e TuberAss, Associazione Commercianti: "Tutti insieme fanno appello all’Assessore all’Agricoltura Regione Marche Antonini, ai sindaci, ai due presidenti delle Unioni Montane Stefano Parri e Alessandro Piccini, al responsabile Servizio Agricoltura della Regione Marche Fabrizio Cerasoli di rivedere tale procedimento e trovare una soluzione più equa per tutti prima di andare al voto al fine di poter cambiare le carte sul tavolo".
Andrea Angelini