Gli allevatori: "Ridateci la strada per il Catria"

Il grido d’allarme di Giuseppe Travagliati: "Qui dopo l’alluvione del 15 settembre non è più la stessa cosa. Bisogna intervenire"

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"Quella strada che da Cantiano passando per Chiaserna porta al Catria e che da sempre è un’arteria di vita per gran parte del tessuto socio economico del nostro paese non esiste più: siamo disperati". Il grido d’allarme è di Giuseppe Travagliati di Cantiano, che oltre ad essere presidente dall’associazione allevatori ‘Cavallo del Catria’, allevatore e titolare del Catria Ranch, si definisce "accompagnatore equestre di campagna" e ‘vetturino quando serve". Un mestiere per tramite di uno degli animali più nobili: il cavallo, oppure grazie al mulo. Un lavoro di fatica, come i ‘scherpa’ del Nepal scalando le montagne in condizioni di carico e di rischio che altri non riuscirebbero a sostenere. "Qui dopo l’alluvione del 15 settembre non è più la stessa cosa, tutto è sconvolto, è apparso dal nulla quello che io chiamo uno tsunami di montagna. Allevo Cavalli e muli del Catria nella mia azienda sono presenti 30 esemplari della razza Catria, ad oggi sono riuscito a vedere e quindi ritrovare solo 16 dei 25 animali che ho mandato in monticazione a giugno, purtroppo la strada che porta al Catria che utilizziamo noi allevatori per la transumanza non esiste più". "Quella strada per noi è un’arteria essenziale anche perché è l’unico accesso diretto alla pompa che rifornisce di acqua tutti gli abbeveratoi montani". "La drammaticità dell’evento continua Travagliati- ha spazzato via anche le mulattiere e le vie che gli animali usavano da secoli per il loro spostamento nei pascoli montani. Il lavoro anche dei boscaioli e quindi dei vetturini o mulari è compromesso, alcuni boschi non possono essere più raggiunti a cavallo, ricordo che a Cantiano sono presenti ancora i vetturini tra i pochissimi rimasti in Italia ed io sono fiero di farne parte, però ripeto oltre l’inagibilità dei percorsi stradali sono stati compromessi anche le mulattiere, ad oggi ne sto cercando nuove da usare sia per l’esbosco con i cavalli e muli ma anche nuove vie per l’equiturismo". Prende fiato Travagliati e continua: "Confido nei ristori immediati, altrimenti si rischia un grande esodo, specie da parte dei giovani verso le città. Ritornando alla strada che porta al Catria, questa estate ho salvato due puledri: uno finito in un abbeveratoio e l’altro in un fosso, il tutto è stato possibile grazie alla via del Catria, li ho potuti salvare grazie all’intervento tempestivo, ma se come adesso non c’era la strada sarebbe morti". Giuseppe viene dalla famiglia Travagliati che da più di 200 anni vivono ed allevano cavalli ora Cavalli del Catria e in questo periodo utilizza i suoi cavalli e muli per il trasporto di legna da ardere, scala le montagne e come gli infaticabili scalatori ha forza da vendere, però: "Non ho le ali, ridateci la strada per il Catria".

Amedeo Pisciolini