Gli ordigni nascosti? Ancora tanti Rischiano di più agricoltori e minori

Davide Venturi spiega il progetto "Deactivate", per sensibilizzare i ragazzi a questo tipo di pericolo. Le visite negli istituti e il caso terribile del giovane che ha perso la vista e una mano mentre piantava patate

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Quello di Case Bruciate non è certo il primo episodio del ritrovamento di un ordigno nel nostro territorio, un fatto che ogni volta ci racconta quanto durano nel tempo le conseguenze di una guerra. Anche nelle Marche questi rinvenimenti non sono rari e fra le evacuazioni più recenti che hanno coinvolto migliaia di cittadini ci sono quella a Fano nel 2018 e quella ad Ancona nel 2019. L’associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, che da anni si impegna per portare attenzione sul fenomeno, nell’ambito delle proprie attività di tutela dei civili ha scelto le scuole come luogo privilegiato per educare alla pace. "Con il progetto Deactivate, cerchiamo di sensibilizzare i ragazzi – spiega il presidente della sezione pesarese, Davide Venturi -. Nel 2022 sono stati trovati in Italia ben 60.000 ordigni inesplosi delle diverse guerre, tutti ancora potenzialmente pericolosi. In particolare bombe mascherate da giocattoli, come bamboline e matitine, che non destano sospetto sui bambini che le raccolgono, ma sono efficaci come il primo giorno che sono state lanciate. Io sono un testimone diretto perché mio padre è saltato su una mina a undici anni, perdendo entrambe le gambe e questo poi ha condizionato tutta la sua vita".

Il 1° febbraio di ogni anno ricorre la Giornata Nazionale delle vittime civili di guerra e dei conflitti nel mondo, istituita all’unanimità dal Parlamento, su forte impulso dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, l’ente morale preposto alla tutela e alla rappresentanza delle vittime civili di guerra e dei loro congiunti. L’Italia è tra gli 82 paesi che il 22 novembre scorso hanno aderito alla Dichiarazione politica internazionale “per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall’uso delle armi esplosive nelle aree popolate”, durante la Conferenza intergovernativa sulle armi esplosive organizzata a Dublino.

"In questi giorni l’evacuazione di centinaia di cittadini prevista il 4 dicembre ha riacceso l’attenzione sulle armi inesplose nelle aree urbane e sugli effetti tragici dei conflitti nella popolazione civile, anche a distanza di decenni. Questo tema è al centro di una risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale – segnala il vice presidente Andrea Biancani, primo firmatario di un atto di indirizzo sostenuto con l’Anvcg -. Molto importante il progetto portato avanti nelle scuole per informare sui comportamenti da tenere in caso di ritrovamento: le bombe di grandi dimensioni sono in realtà le meno frequenti, nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli ordigni, i più pericolosi per i cittadini, principali cause degli incidenti".

Venturi sente particolarmente l’argomento: "Organizziamo laboratori negli istituti superiori portando in aula i testimoni dell’associazione fra cui il giovane Nicolas Marzolino, ultimamente ospite delle Jene, che fa molta presa sui ragazzi: nel 2013 ha perso la vista ed una mano mentre piantava patate in un terreno della Val di Susa. Conoscere per riconoscere è uno degli slogan che lanciamo per essere consapevoli del pericolo. E continueremo a farlo perché la questione è molto attuale: in Ucraina si presenterà di nuovo il problema che durerà per decenni". La stessa composizione dell’involucro della munizione è dannosa poiché è fatta di metalli pesanti come rame e piombo, per cui la contaminazione ha spesso effetti ambientali tossici e può provocare danni alla salute. Gli agricoltori e i bambini sono i più colpiti. Sul tema è stato lanciato il bando per la 6ª edizione del concorso nazionale "1943-2023: i bombardamenti sui civili" realizzato dall’Anvcg in collaborazione con il ministero dell’istruzione. Il concorso è stato vinto in passato dalla scuola Mengaroni di Pesaro.

Elisabetta Ferri