Gli Scout abbandonano i campeggi ora a secco Grossi guai per tutte le strutture recettive

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Manca l’acqua sui monti dell’entroterra e le ripercussioni non sono solo per animali al pascolo e colture ma anche per il turismo. Già si ha notizia dei primi gruppi scout che per i tradizionali campi estivi hanno dovuto togliere le tende e tornarsene a casa, perché l’acqua era irreperibile dalle fonti su cui avevano contato per gli approvvigionamenti.

L’ultimo caso è di ieri con un gruppo scout che avrebbe dovuto passare una settimana a Bocca della Valle, sul monte Catria. Ma anche per le strutture ricettive i disagi sono ormai ben tangibili: "È una situazione con la quale combattiamo da ormai qualche giorno – dice Savio Tamburini, uno dei soci del rifugio Cotaline a 1400 metri di quota sul Catria –, solitamente capitava più nei giorni centrali di agosto ma quest’anno già da domenica stanno finendo le scorte. Lo scorso anno avevamo in parte tamponato l’emergenza con le autobotti ma pensate a quanto può costare far salire un’autobotte fino a 1.400 metri. È chiaro che alla lunga non sarebbe sostenibile. Questa mancanza d’acqua ci obbliga però a diminuire i servizi, non per scelta ma per necessità: domenica scorsa abbiamo servito 300 pasti al nostro rifugio, più tante persone magari passate per un caffè o una birra fresca. Per noi la mancanza d’acqua vuol dire andare in difficoltà in cucina o chiudere al pubblico i bagni. Non ci piace ma non c’è soluzione".

Il rifugio Cotaline è un punto di riferimento per il turismo sul Catria, snodo di piste, sentieri, ristorazione e attività per bambini: "Non è mia intenzione entrare nel campo delle polemiche – continua Tamburini – però penso che sia ora di studiare delle soluzioni che guardino al futuro. La siccità non è più un’eccezione ma oramai sembra essere diventata una regola".

Nel frattempo l’Azienda Consorziale Speciale del Catria, sorta per volere delle università e delle comunanze agrarie del massiccio del Catria, per le quali gestisce in maniera associata il territorio, sottolinea il divietò di accensione dei fuochi su tutto il territorio dei monti Catria ed Acuto ad esclusione delle aree destinate ai picnic utilizzando gli appositi bracieri. Anche l’avvicinarsi agli animali, specie in questo periodo di forte stress per loro, può essere pericoloso e ci si raccomanda di farlo con la massima prudenza, prestando la massima attenzione ai piccoli puledri e vitelli. Vige ovviamente il divieto di spreco d’acqua dalle fonti, laddove di acqua ce ne sia ancora. La situazione è simile anche sul monte Nerone dove, ad esempio al rifugio Corsini, già dalla scorsa settimana le autobotti fanno su e giù dalla cima del monte per i rifornimenti di strutture e di bestiame in alpeggio. La situazione pare essere leggermente migliore sul monte Carpegna: qui l’Unione Montana del Montefeltro ha avviato un progetto con opere per razionalizzare il percorso idrico e per migliorare le condizione di approvvigionamento del bestiame.

Andrea Angelini