Gli studenti USA si sentono un po’ “urbinati“

Gli universitari del corso della prof Deni Chamberlin al termine del loro “semester“. Le loro vite cambiano studiando giornalismo dall’Italia

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"Quando torno a Urbino mi sento a casa". Nulla di strano, se a dirlo non fosse Deni Chamberlin, una professoressa di giornalismo residente nel bel mezzo degli Stati Uniti, nelle piattissime pianure dello stato dell’Iowa, che viene a Urbino periodicamente dal 2009 per accompagnare gruppi di studenti e non ha alcuna intenzione di smettere.

Fin dalla prima volta con la città feltresca è stata sintonia, e la dice lunga il fatto che ha chiesto di incontrarci in un bar tra le chiacchiere degli urbinati. "Inizialmente, fino al 2015 – ci racconta –, venivo ogni estate e stavo circa 5 settimane. Poi con la scuola di giornalismo dell’Iowa State University dal 2016 ho cambiato progetto e ogni due anni passiamo a Urbino un intero semestre, da gennaio a maggio. Ma io solitamente mi trattengo di più, in Italia a giugno si sta benissimo".

Il ritorno quest’anno non era scontato. L’ultima volta, nel 2020, i ragazzi erano arrivati da un mese quando è scoppiata la pandemia e il gruppo è dovuto tornare di fretta e furia negli USA, finendo il semestre online. Quest’anno fortunatamente le cose sono andate migliorando e gli studenti hanno vissuto appieno il loro soggiorno nel bel Paese. "Di solito – prosegue – formiamo un gruppo di una quindicina di ragazzi, dai 18 ai 25 anni, che è l’ideale perché possiamo lavorare meglio e costruire un rapporto migliore tra noi. Quest’anno, in 9, è andata ancora meglio. Gli studenti alloggiano ai collegi grazie a Erdis e frequentano dei corsi di letteratura e lingua italiana, storia del rinascimento, storia di Urbino organizzati dalla Carlo Bo e coordinati dal prof. Antonio Corsaro. Io tengo, a seconda dei loro interessi, corsi di giornalismo o fotografia di viaggio".

Nei finesettimana, è data ai ragazzi la possibilità di fare delle trasferte in autonomia. "Gli anni scorsi spesso andavano in aereo nelle principali località europee, ma così non conoscevano davvero l’Europa e non vedevano nemmeno l’Italia, oltre a tornare esausti. Quest’anno, più saggiamente hanno esplorato i dintorni e le regioni italiane". Il semestre urbinate per loro è un importante momento di crescita, sia scolastica che umana. "All’inizio, i ragazzi si siedono ai bar, aprono il pc e chattano. Dopo qualche settimana cominciano a parlare con chi gli sta attorno. Poi conoscono i ristoranti, imparano a frequentare i ritrovi urbinati.

A maggio finisce sempre che non vogliono andare via, e questo è bellissimo. A Urbino è facile fare conoscenza: io stessa penso di conoscere più persone qui che negli Usa. Là stanno tutti in casa, qua c’è il piacere di uscire. E tutto ciò mi ispira nei miei scatti: faccio foto nelle strade, alle persone. Qui metto via macchine e obiettivi e scatto col cellulare, ma la soddisfazione è maggiore".

Deni ha vinto anche un Pulitzer nel 1983. Ma la partenza si avvicina, ci salutiamo. Tornerà nel 2024? "Spero proprio di sì, e di aprire di nuovo ogni mattina la mia la finestra che dà sulle Cesane. Nonostante nessuno conosca Urbino, la classe alla fine si forma sempre, perché la migliore pubblicità sono gli ex studenti".

Giovanni Volponi