Marzocchi, “Vi spiego come nasce una colonna sonora”

A Gradara una lezione spettacolo del compositore che svelerà non pochi “segreti”

Paolo Marzocchi e le colonne sonore, incontro a Gradara

Paolo Marzocchi e le colonne sonore, incontro a Gradara

Gradara (Pesaro e Urbino), 8 marzo 2018 – Nell’ambito della stagione Teatri d’Autore, ospitata nei suggestivi teatri storici della provincia di Pesaro e Urbino, il pianista e compositore pesarese Paolo Marzocchi sarà protagonista della lezione spettacolo Come nasce una colonna sonora (Teatro Comunale di Gradara, venerdì 9 marzo, ore 21.15).

«L’idea di una serata del genere – spiega Marzocchi – è nata dalla esperienza di docente all’Accademia di Belle Arti di Urbino e all’Università di Macerata dove ho tenuto corsi di musica per i media. Ho sempre considerato l’insegnamento come un mezzo per far conoscere ai giovani musica diversa da quella che ascoltano di solito».

Verranno proposte colonne sonore di film celebri?

«Sì. Bisogna dire che il cinema è onnivoro, si nutre di qualsiasi cosa serva a veicolare un’emozione che permette all’immagine di essere più potente: un livello del tutto diverso dal suono e dall’immagine puri. Un esempio è offerto delle famose colonne sonore di John Williams per Guerre Stellari. La forza di un compositore di cinema sta nella sua cultura, nei riferimenti che può mettere in gioco».

Che metodo adotterà per la sua analisi?

«Il mio approccio consiste nello smontare la colonna sonora. Se si scoprono i modelli a cui si è ispirato consapevolmente il compositore si ricavano delle interessanti chiavi i lettura. Williams ad esempio è un “ladro” che si è impadronito di tutta la storia della musica restituendola poi con grande intelligenza».

Ad esempio?

«Se prendo il tema di Luke Skywalker in Guerre Stellari troverò che è identico ad un tema del Sigfrido della Tetralogia di Wagner. Anche se chi ascolta non ne è consapevole, c’è una memoria inconscia, collettiva che agisce e rende più forte una certa idea, in questo caso quella dell’eroe».

Paolo Marzocchi, musicista
Paolo Marzocchi, musicista

Anche lei ha composto musica da film…

«Mi sono dedicato a questo tipo di musica cercando di mettere in pratica quello che avevo capito analizzando le colonne sonore di autori diversi. Mi sono messo in gioco di persona ed è nata la voglia di raccontare come nasce una colonna sonora a partire dall’esperienza di chi la scrive, partendo dall’incontro col regista, con i produttori, fino a giungere al prodotto finale».

Lei ha collaborato anche con l’autrice e regista pesarese Chiara Sambuchi…

«Quando ho scritto il primo lungometraggio sulla sceneggiatura di Chiara, una cara amica, e la regìa di Roland May, uscito in Italia con il titolo di Baghdad Express, ho cercato di capire qual era il modello a cui potevo guardare. Si tratta di una scelta importante perche quello che produci è più forte quando porta con sé un bagaglio di memorie che rendono più facile trasmettere il messaggio che hai in mente».

Quanto contano in questo tipo di musica l’ispirazione e la conoscenza?

«Come in tutta la musica c’è una parte di tecnica ed una parte di ispirazione pura. Il saper fare è fondamentale in un lavoro come questo. Una buona idea può venire anche sotto la doccia però con l’idea da sola non si fa niente. Nella musica che compongo, non solo in quella cinematografica, domina proprio questa dimensione. Quando scrivo immagino sempre qualcosa, magari qualcosa di astratto ma vivo».

Quale rapporto instaurerà con il pubblico?

«Il linguaggio che adotto non è assolutamente tecnico ma lo renderò alla portata di tutti. Vedere ad esempio una scena di un film horror senza musica e poi con la musica è una esperienza che possiamo aver immaginato ma seguirne tutti gli step è molto interessante. Mi auguro che il pubblico esca con degli strumenti in più per decifrare la realtà, non solo quella musicale, sviluppando capacità di giudizio personali».