Green pass, i ristoratori non ci stanno "Dobbiamo metterci a fare anche i vigili"

Verso l’obbligatorietà, ma solo per i clienti che si siedono nei tavoli al chiuso: oggi il decreto del governo con tutte le regole. Ma già monta la protesta degli operatori cittadini: "Ancora una volta il nostro comparto preso di mira, come sempre"

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Green Pass nei ristoranti per i tavoli al chiuso? I ristoratori dicono no. Sebbene l’intenzione del governo sia quella di voler evitare di dare il colpo di grazia al settore dell’ospitalità, che a fatica sta cercando di risalire la china. L’idea di fondo è quella di introdurlo, ma senza penalizzare chi ha fatto la prima dose e sta attendendo ancora la seconda. L’esecutivo varerà oggi il decreto legge con tutte le nuove specifiche, per fronteggiare l’aumento dei contagi causati dalla variante Delta.

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E tra queste, rientra anche lui: sua Maestà Green Pass, il certificato verde che attesta l’avvenuta vaccinazione. "Adesso dovremmo metterci a fare anche i vigili? – commenta Uldergo Antonelli, dell’omonimo e storico ristorante in via Venturini –, il green pass al chiuso nei ristoranti ci penalizzerebbe tantissimo. Pensate cosa significa, per noi ristoratori, doversi mettere a controllare ogni persona che entra, chiedendo se ha il certificato con sé. Non lo trovo giusto. E spero che l’esecutivo torni indietro, perché questo obbligo si tradurrebbe in una diminuzione enorme della clientela, visto che non tutti sono già vaccinati e non possiamo permetterci, dopo i tanti mesi di chiusura, altre perdite". Sulla stessa linea, Roberto Olivieri, della Trattoria Da Sante: "Ma non è possibile – dice –, se così dovesse essere, sarebbe un vero casino. Vorrebbe dire che dovremmo controllare chi è vaccinato e chi no, anzi peggio: significa, visto che per noi si tratta di un compito impossibile, che dovremmo mettere una guardia di sicurezza all’ingresso per verificare se i clienti hanno il certificato verde. Mi sembra veramente una follia". I ristoratori non ci stanno. Dopo essersi dovuti sottoporre a continue chiusure nei mesi scorsi, ora guardano con sfiducia anche questa mossa del governo: "Qui stanno scherzando con il fuoco – afferma Enrico Cocciolo, titolare del Maremosso in viale Trieste –, è vero che c’è il Covid e ci vorrà tempo per debellarlo, però non possono fare prima il ‘tana libera tutti’, come accaduto domenica scorso con gli Europei di calcio e poi rendere il green pass obbligatorio per i ristoranti al chiuso. Veniamo sempre considerati come l’ultima ruota del carro: siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a riaprire".

Così anche Mario Di Remigio, presidente provinciale dei ristoratori (Confcommercio) e titolare de ‘Il Polo Pasta & Pizza’: "Se così fosse, sarebbe una vera e propria discriminazione: o lo mettono per tutti gli ambienti chiusi oppure nulla. Per noi significherebbe perdere un 70% di clientela, perché magari ci sono famiglie composte da marito e moglie vaccinati e figli che non lo sono. E poi, se ci presentassero dei documenti falsi? Non abbiamo, di certo, gli strumenti per poter verificare se i ‘green pass’ sono veri o no. E’ una responsabilità anche per noi".

Angelica Panzieri