CronacaGuglielmo Ricci muore precipitando dal San Bartolo a Pesaro

Guglielmo Ricci muore precipitando dal San Bartolo a Pesaro

Si era fermato dopo aver bucato una gomma della bicicletta, poi il tragico volo: aveva 61 anni

Pesaro, 24 maggio 2022 - Mattinata tersa, gran caldo. Sono le nove e mezza circa., Guglielmo Ricci, 61 anni, pensionato, residente a Montecchio, sta pedalando con la sua mountain bike nei sentieri del Parco San Bartolo, un paradiso per gli appassionati specie nei giorni feriali quando sono meno frequentati. A un certo punto l’imprevisto: si buca una gomma. Guglielmo si ferma e scende dalla bici, quindi prende il suo telefonino e comunica agli amici della chat quello che sta accadendo: "Sono qui, ho bucato, ora riparo la bicicletta".

Il corpo dell’uomo recuperato dall’elicottero dei vigili del fuoco
Il corpo dell’uomo recuperato dall’elicottero dei vigili del fuoco

Sono le ultime parole del ciclista del quale da quel momento in poi si perdono le tracce. L’allarme è scattato poche ore dopo. A casa infatti, in corso XXI Gennaio a Montecchio di Vallefoglia dove abita, lo aspettavano per pranzo, ma lui non si è presentato né ha fatto sapere niente. Un atteggiamento insolito che preoccupa i famigliari che danno l’allarme ai carabinieri i quali avvisano subito i vigili del fuoco. Scattano le ricerche per l’uomo improvvisamente scomparso che cominciano proprio dal luogo dell’ultimo contatto, ovvero il parco san Bartolo. Guglielmo stava procedendo per i sentieri del parco. Si cerca di individuare il punto esatto. I vigili del fuoco battono la zona vicino al camping Paradiso. Due tornanti prima il ciclista ha bucato la gomma, tra monte Castellaro e monte Brisighella.

Uno dei luoghi più spettacolari del parco, ma anche più pericolosi, tra sentieri che tagliano i campi e che a volte lambiscono precipizi. Attorno alle 17 i vigili del fuoco riescono a individuare il luogo e a capire che è accaduta una tragedia. Guglielmo è precipitato nel profondo dirupo e il suo corpo si trova quasi in fondo al precipizio. Le condizioni per operare sono proibitive. La discesa è molto impervia e per affrontarla occorrono corde e specialisti. I vigili del fuoco di Pesaro decidono quindi di chiedere aiuto alla squadra Saf, specializzata nel soccorso speleoalpino-fluviale. I vigili del fuoco hanno individuato il punto in cui calarsi e lo fanno con una corda lunga sessanta metri. Ma non basta, perché il corpo del sessantunenne è ancora più giù ed è precipitato per quasi cento metri per poi fermarsi nella vegetazione a una trentina di metri dalla riva del mare. Le speranze di poterlo recupare vivo si affievoliscono fino alla constatazione finale da parte dei vigili che riescono a raggiungere il luogo della tragedia a fatica.

Per Guglielmo non c’è più nulla da fare. Le operazioni di recupero del corpo sono impossibili. Troppo impervia la zona per fare da soli. Occorre un elicottero che arriva da Bologna poco dopo e che riesce a concludere il recupero della salma solo poco prima di sera.