"Ho chiuso con la droga". Ma l’ex grossista si ritrova nei guai

Aveva chiuso con lo spaccio, tanto da non riscuotere più neppure un credito da 6mila euro. Ma dopo anni rivede il pusher al ristorante e gli ricorda quel vecchio debito. Parole che per il primo suonano come una minaccia. E così l’ex grossista della droga, un 37enne residente a Pesaro, si ritrova a processo per tentata estorsione. Ieri però il giudice lo ha assolto. Tutto comincia tre anni prima di quell’incontro nel locale. È il 2017 e tre pesaresi si trovano alla sbarra per spaccio. Chiudono il conto con il patteggiamento. E le strade si dividono. Il 37enne dice addio ai giri "stupefacenti" e soprattutto illeciti. Ma nel 2020, l’ex grossista e il pusher si incontrano in un ristorante, con famiglie e amici. I due si salutano e l’imputato avrebbe aggiunto: "Non ho rancori contro di te per quello che è successo nel 2017, non ne voglio sapere più nulla". E gli ricorda anche di come aveva rinunciato a quei 6000 euro. Un ricordo che quell’altro interpreta diversamente. E fa scattare la denuncia. Agli atti finisce un’intercettazione telefonica in cui emergerebbe che ci sarebbe stato un diverbio e la pretesa dei soldi. Il 37enne arriva a processo per tentata estorsione. Tra i testimoni viene sentito uno degli amici presenti alla cena che riferisce di non aver colto parole di minaccia. Il difensore dell’imputato, l’avvocato Alberto Alessi di Rimini, ha spiegato che non si era configurata alcuna pretesa, men che meno davanti ai figli e mogli e dopo anni senza vantare il proprio credito. Il pm aveva chiesto 2 anni di condanna, ma il giudice ha assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.

e. ros.