Il braccio di ferro tra i proprietari degli hotel chiusi o dismessi e l’amministrazione comunale si chiude con un pareggio. Da una parte la richiesta per la trasformazione in appartamenti e dall’altra parte il Comune che invece vuole salvaguardare la capacità ricettiva al fine di poter ospitare eventi non solo sportivi. Il pareggio sta nella scelta della formula ‘Condhotel’. Che vuol dire che le strutture chiuse possono trasformare il 40 per cento delle volumetrie in appartamenti turistici e il resto rimane comunque hotel. "Uno strumento – dice il sindaco Matteo Ricci – per vedere di facilitare il recupero di strutture ormai decrepite perché così facendo si dà valore alla trasformazione. Una strada per favorire il recupero. Per gli alberghi più vecchi e chiusi da decenni, stiamo ragionando se concedere la totale trasformazione in appartamenti turistici, ma non residenziali. Bisogna muoversi con molta attenzione perché soluzioni di questo tipo hanno attirato in altre città la prostituzione". Comunque sia ieri mattina la legge nazionale sui ‘Condhotel’ è stato oggetto di una delibera di giunta. Sarà esposta per 60 giorni all’albo pretorio e se non ci saranno osservazioni, per la fine dell’estate al massimo, le norme verranno adottate e diventano operative. L’elenco degli hotel chiusi in città negli ultimi venti anni è molto lungo perché si va dal Garden (Renco), al Vienna; dal Lido al Principe fino allo Sporting per passare all’International e la Bussola (famiglia Berloni-Fox). "Sono una carrettata", dice il sindaco ridendo. "Siamo ad un altro passaggio storico che modificherà l’assetto della città, potenziando l’offerta turistica, migliorando l’estetica e la qualità architettonica degli edifici, spingendo la riqualificazione delle strutture in ottica sostenibile", hanno detto al termine della giunta il vicesindaco Daniele Vimini e l’assessore all’urbanistica Andrea Nobili. Tra gli aspetti sottolineati dall’amministrazione anche il fatto che si può "usufruire degli incentivi statali volti in ...
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