"E’ stata un’imboscata dei consiglieri di destra". Così l’assessore all’Ambiente Maria Rosa Conti, che ieri ha incontrato i cittadini contrari alle maxiantenne 5G installate tra marzo e agosto in fondo a viale Trieste, zona porto, non molto distanti dalla Nuova Scuola e dalla Dante Alighieri (ex Pesaro Studi). Un incontro decisamente ’elettrico’: "Dispiace – spiega l’assessore – per il clima teso che si è creato durante un incontro privato partito dalla richiesta di un genitore, estesa poi ad altre mamme, per avere delucidazioni sulla questione delle antenne, che purtroppo si è trasformato in un dibattito pubblico a causa “dell’imboscata” di alcune persone più interessate a prendere voti che a risolvere il problema. Questo è il modo di fare dei consiglieri di opposizione, che seppur non invitati, si sono presentati all’incontro per fare disinformazione e propaganda politica".
Poi, nel merito del dibattito: "Mi sono confrontata con alcune mamme – dice Conti – di cui rispetto le preoccupazioni. Mi sono accordata con loro per ricevere una rappresentanza dei genitori in un ulteriore incontro entro i prossimi dieci giorni, per poter garantire la presenza dei tecnici di Polab (ditta specializzata nel campo dell’elettromagnetismo ambientale). Insieme a loro, nel rispetto reciproco, risponderemo alle domande dei genitori. La nostra porta è sempre aperta e lo è stata anche nei mesi scorsi quando, dopo la presentazione del nuovo Piano antenne, abbiamo organizzato incontri per spiegare la proposta di revisione del Regolamento comunale e Piano di rete".
"La decisione di posizionare le due antenne in zona mare fa riferimento al Piano delle Antenne del 2019. Quando si tratta di autorizzazioni legate a piani antecedenti, l’Amministrazione non ha strumenti normativi per modificarlo. Le antenne sono considerati servizi di “pubblica utilità”, quindi l’unica cosa che possiamo fare è che venga rispettata la legge nazionale, come già facciamo ad esempio, attraverso il monitoraggio continuo". Ci sono stati anche dei no: "Nel 2023 da oltre 100 richieste arrivate abbiamo autorizzato solo 35 siti (7 privati e 28 pubblici), soddisfacendo l’80% degli utenti. Un lavoro in parte vanificato dalla norma approvata dal governo Meloni che ha aumentato I limiti di emissione da 6 a 15 Vm, mantenendo la modalità di misurazione dello sforamento nella media delle 24h, invece che nei sei minuti come avviene in tutta Europa. Una cosa molto grave, e il perché andrebbe chiesto al centro destra, che deve prendersi le proprie responsabilità – conclude – rispetto alle richieste dei cittadini".