I sostenitori del gruppo a favore del nosocomio vanno a protestare anche ad Acqualagna

La sanità dell’entroterra non si ferma . Il “Comitato dei cittadini che rivogliono l’ospedale a Fossombrone“ interviene ad Acqualagna. Dopo la proiezione del film “C’era una volta in Italia“ sulla condizione della sanità nel nostro Paese, il Comitato di Fossombrone "ha fatto sentire la propria voce dopo che in questi mesi ha continuato a prodigarsi in ogni modo per poter avere un ospedale di base", si legge in una nota del Comitato.

"Fossombrone – si afferma – ne avrebbe tutti i diritti, esattamente come lo hanno riavuto, giustamente, altre strutture di zone che in passato vedevano un numero di accessi al PPI inferiori ai nostri, oltre 9.500 annui e su cui insistono bacini di utenza meno vasti. Non dimentichiamo che a Fossombrone gravita un bacino potenziale di 4550mila persone. Quindi, se c’è stata giustizia nel ritorno alla rinascita degli ospedali di prossimità in vallate meno popolate, non si capisce perché la stessa giustizia non si debba avere per Fossombrone che vede una posizione strategico-baricentrica nella vallata del Metauro. La riapertura del nostro ospedale di base porterebbe maggiore equilibrio nelle situazioni infernali e caotiche attualmente esistenti nei pronto soccorso e nei ricoveri in reparto degli ospedali di Fano e di Urbino, cui sono costretti a ricorrere utenti che potrebbero invece recarsi a Fossombrone almeno per gli innumerevoli casi di mediobassa complessità. Sottolineiamo che, tra l’altro, la decompressione degli attuali ospedali attraverso i nosocomi prossimità sarebbe stata uno dei principali obiettivi del nuovo piano sanitario regionale che avrebbe dovuto anche diminuire la mobilità passiva verso le altre regioni, altro problema che rappresenta un disagio ed un enorme costo per la Sanità regionale che perpetua un enorme spreco di risorse. Il piano sanitario 2023’25 approvato dalla Giunta Regionale pochi giorni fa, non va assolutamente nella direzione reclamizzata nella vincente campagna elettorale da Acquaroli e da Baldelli, tra l’altro supportati da politici nazionali come la Meloni e Salvini che si erano battuti il petto per i poveri cittadini di serie B. Oggi sappiamo che le promesse sono volate al vento, almeno per quanto riguarda la valle del Metauro. Ora la bozza del piano passerà in Commissione per poi arrivare in Consiglio Regionale, in questo cruciale momento abbiamo deciso di intraprendere altre azioni e malgrado il mancato supporto dell’amministrazione comunale di Fossombrone, noi non molleremo finché avremo anche una sola, piccola, speranza".