Il ballo a scuola con la compagna sorda Tutti insieme cantano nella lingua dei segni

Succede alla quarta elementare dell’istituto Leopardi. E il video diventa virale sul web. "Non ci aspettavamo un successo così"

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Seimilaottocento visualizzazioni solo sul profilo della scuola, l’Istituto comprensivo Leopardi. Ad essere diventato virale è il video della IV elementare di via Fermi, dove 21 bambini ballano sulle note di “Un amico è così“, canzone sull’amicizia di Laura Pausini. Il segreto di tanto successo non sta nelle mosse aggraziate quanto nel significato di quei segni: con mascherine e distanziamento, infatti, gli alunni ballano e ‘cantano’ nella lingua dei segni il testo del brano della Pausini. Se non è amicizia questa. "Tutti i bambini – spiega infatti la preside Lucia Nonni – dalla seconda elementare, grazie ad un progetto coordinato dall’insegnante Ilaria Rosa Russo, hanno imparato la lingua dei segni per poter parlare con la loro compagna sorda".

"Il video è nato per il prossimo Openday a distanza della scuola – spiegano le insegnanti Ilaria Rosa Russo e Chiara Annibali –. Appena pubblicato non ci saremmo immaginate un tale consenso. Siamo contente perché veicola un messaggio importante per tutti noi, e condiviso dai bambini, riguardo l’amicizia. Abbiamo scelto questo tema perché è in questo periodo in cui il contatto fisico è impedito dalle regole di sicurezza antiCovid, che se ne sente un po’ la nostalgia".

Rispettando le regole (non si può cantare infatti per ordinanza regionale) la lis si è rivelata una risorsa positiva. "Grazie a Spiderman – continua la preside – per l’intera classe in questi tre anni si è aperta una grande opportunità". Spiderman è lei "la bimba che ha dato il via alla nostra meravigliosa avventura – osserva Russo –. Tutti, in classe, compresi noi insegnanti abbiamo un soprannome collegato ad un segno. E’ una prassi per individuare i nomi tra chi parla la lis. E’ stato emozionante, per ognuno scoprire “il proprio nome segno“. E’ stato vissuto come un gioco". E così c’è chi in IV A è stato ribattezzato “riccio“ per via dei boccoli in testa; “coniglio“ è la bimba appassionata di coniglietti; “rugby“ è il compagno bravo con la palla ovale. E Spiderman? "Se l’è scelto lei stessa – continua Russo – per la grande passione verso un personaggio avventuroso e sportivo". Insomma "Giochiamo con la Lis" è diventato un progetto dal sapore magico per tanti aspetti. I bambini hanno imparato a parlare tra di loro scambiando i segni che non sempre gli adulti sanno leggere.

"Questo per i bambini è il massimo – ride la preside –: anche se le maestre mi dicono che sono rispettosi. Si parla insieme e si cerca di poterlo fare in modo che ci si comprenda tutti, senza escludere i maestri". La lis è una lingua vera e propria. "Non è stato facile riuscire ad imparare un buon numero di segni, ma grazie alla collaborazione di tutto il corpo docente e al gusto dimostrato dagli alunni, dopo tre anni siamo a buon punto". E’ coinvolta, con estremo rigore la mimica del corpo. Per trasdurre “grande“ si aprono le braccia e si gonfiano d’aria le gote. Ve li immaginate 21 bambini che si cimentano? Russo e la preside ridono. "Trattandosi di una lingua visiva è immediata, si va subito al punto: questo ai ragazzini piace in modo particolare". E a proposito di amicizia, la lis è l’unica lingua che impedisce ad altri di fare maldicenze, perché è un attimo che il diretto interessato se ne accorga, leggendo i segni da lontano. Come si fa ad applaudire? Mani tese verso l’alto e rotazione allegra di entrambe le mani. Appena c’è l’occasione in classe è un tripudio. Peccato che l’Italia, insieme al Lussemburgo, sia l’unico Paese europeo in cui la lis non venga sitematicamente insegnata a scuola.

Solidea Vitali Rosati