Il blazer nell’armadio, l’uovo (sodo) di Colombo

A me piace il caldo: uno dei miei sogni, oltre a gestire una pensione in riviera, è quello di girare il mondo in crociera circondato da famiglia e amici ma così è quasi troppo. Siamo oltre direi. Rispetto a una settimana fa non vi sembra ancora più caldo? In questo momento sto scrivendo in t-shirt e non mi trovo di certo alle Bahamas ma nemmeno sulla Spiaggetta dell’Arcomagno. Sono in Urbino e il 26 ottobre siamo sopra i 21 gradi. Detto questo, prendiamo il tutto come un esperimento scientifico sui nostri abiti, che sfocia però un po’ nella sociologia. Il blazer, ancora lui. Qualcuno sicuramente pensava che non dovevamo vederlo più, almeno per un po’ di mesi, ma è l’unica tipologia di indumento davvero idonea al meteo attuale. Facciamo un piccolo ’momento storia della moda’. Ecco perché vi ripongono un estrapolato di alcuni mesi fa.

"Cosa è il blazer? E’ una giacca, e qui ci siamo. Nasce come capo militare nel 1873 per l’equipaggio britannico di fregata Hms Blazer. In blu con bottoni metallici e taschino. Dai primi del Novecento è diventato un capo di uso comune, pensiamo a quante icone lo hanno indossato. In maniera sportiva Gianni Agnelli con jeans e mocassini: un manifesto per il movimento Yuppies anni Ottanta. Penso anche alla giacca degli affascinanti tailleur femminili di mademoiselle Coco. Questo, di Chanel, è un intramontabile capo che è ancora più portante nelle ultime collezioni moda della maison parigina. Quindi dopo questo brevissimo excursus anche per questa primavera (ora autunno) il blazer è effettivamente un capo essenziale e salva look, un po’ come un uovo sodo in cucina". Oh sto blazer come vedete non fa una piega, sembra inamidato con l’appretto. Libro della settimana? Sto leggendo "La Bella Estate" di Cesare Pavese (Einaudi). Profumo? Muschio di quercia e cisto labdano che da struttura.

#FashionissimoCarlino