TIZIANA PETRELLI
Cronaca

Il boom dei licei classici: "Un ritorno al passato?. No, può essere una moda"

Il preside Rossini: "Capita che gruppi di opinione spostino masse di studenti". Il collega Giombi: "Servono più giovani con formazione tecnica".

Il preside Rossini: "Capita che gruppi di opinione spostino masse di studenti". Il collega Giombi: "Servono più giovani con formazione tecnica".

Il preside Rossini: "Capita che gruppi di opinione spostino masse di studenti". Il collega Giombi: "Servono più giovani con formazione tecnica".

L’andamento delle iscrizioni per l’anno scolastico 2025-2026 nella provincia di Pesaro e Urbino, come abbiamo scritto domenica, conferma la prevalenza dei licei come scelta principale delle famiglie, con un incremento significativo per il Liceo Classico (25,9%) e il Liceo delle Scienze Umane (20,9%), in contrasto con i dati regionali che mostrano invece la crescita nell’indirizzo Scientifico. Al contrario, invece, gli istituti tecnici e professionali subiscono una flessione, con un calo rispettivamente del 7,8% e del 3,3%. Un quadro che merita una lettura attenta, come sottolineano i presidi dell’Agrario di Pesaro Riccardo Rossini e del Nolfi-Apolloni di Fano Samuele Giombi, i quali invitano a non trarre conclusioni affrettate e a riflettere sulla necessità di un orientamento più efficace.

Per Rossini, che affronta il tema con un approccio scientifico, è essenziale non confondere una variazione annuale con una vera e propria tendenza: "Da un punto di vista probabilistico, un aumento o una diminuzione in un solo anno non bastano a determinare un cambiamento strutturale. Per farlo, servono più anni di osservazione". Il dato del 25,9% in più per il Liceo Classico, quindi, potrebbe essere il risultato di un fenomeno momentaneo, piuttosto che il segnale di un rinnovato interesse per questo indirizzo. Inoltre, il preside invita a considerare quanto le scelte degli studenti siano spesso influenzate da dinamiche sociali: "Negli anni ho visto gruppi di opinione spostare masse di studenti da un indirizzo all’altro, a volte seguendo semplici mode". Come l’effetto Greta Thumberg di qualche anno fa sulle tematiche ambientali. Un aspetto che si riflette anche nella crescita del Liceo delle Scienze Umane, sempre più percepito come un’opzione attraente per chi non ha ancora una scelta definita per il futuro.

A preoccupare è invece il calo degli istituti tecnici e professionali, che non sembra essere un fenomeno isolato ma parte di un trend consolidato. È qui che interviene Giombi, il quale evidenzia come la percezione delle scuole influenzi profondamente le scelte: "Alcune famiglie vedono nei licei un ambiente socialmente più protetto, ma questa è un’idea che va superata. Ogni scuola dovrebbe essere un luogo sicuro e formativo, indipendentemente dall’indirizzo". Il preside sottolinea poi un altro fattore che potrebbe aver inciso sulle iscrizioni: "Non conosco nel dettaglio le dinamiche degli altri istituti, ma l’edilizia scolastica può aver avuto un peso nelle decisioni delle famiglie". A Fano soprattutto, per la demolizione dell’ex Carducci, l’inagibilità del Nolfi e i problemi riscontrati al Torelli. Al di là delle motivazioni contingenti, il problema di fondo resta quello di un orientamento spesso poco efficace. Secondo Giombi, molti ragazzi si rendono conto troppo tardi di aver intrapreso un percorso non adatto alle loro attitudini: "La società ha bisogno anche di giovani con una formazione tecnica, eppure si continua a privilegiare il liceo come scelta predefinita, senza valutare le reali inclinazioni degli studenti".

Un tema su cui concorda anche Rossini, che evidenzia come le nuove generazioni abbiano acquisito maggiore autonomia nella scelta, spesso senza un supporto adeguato: "Un tempo erano i genitori a decidere, oggi i ragazzi scelgono da soli. È un segnale di maturità, ma anche una responsabilità che non può essere lasciata solo sulle loro spalle". Al di là delle percentuali, resta aperta la questione fondamentale: aiutare gli studenti a fare scelte più consapevoli, senza lasciarsi guidare solo dalle mode o dalle percezioni sociali.

Tiziana Petrelli