REDAZIONE PESARO

Il buco nero dei controlli, Comune come un bancomat. E tutto filava via liscio

Dalla giunta al dirigente: nessuno ha frenato il fiume di fondi alle due associazioni. E intanto il cascone di Valentino perde pezzi: alla faccia della manutenzione

Santini ed Esposto

Santini ed Esposto

Pesaro, 25 luglio 2024 – ’Biglietti prego’ dice il tizio in divisa e cappello nell’autobus. Anche i bambini che vanno a scuola capiscono in fretta che ci sarà sempre un controllato e un controllore. Fa parte del gioco. In Comune a Pesaro invece non lo sapevano. Nessuno pare si sentisse in dovere di fare una domanda sulla montagna di soldi finiti nei conti correnti di Opera Maestra e a Stella Polare in meno di due anni. Sono passati di mano e/o promessi 419.429,30 euro come se fossero coriandoli al carnevale di Rio. Volavano liberi ma non appariva. Eppure il Comune di Pesaro dispone di un dirigente del settore, di un economo, di un segretario generale, del collegio dei sindaci revisori, della società esterna che attesta il bilancio, dell’assessore di riferimento che comunque un occhio può sempre darlo, della commissione atti, del consiglio comunale, dell’opposizione, della giunta, e, volendo strafare, della Corte dei Conti regionale che esprime sempre pareri chilometrici sui bilanci ma mai una volta che avesse scritto una virgola su queste associazioni veramente fortunate a proporre sempre idee di feste e di murales accolte immediatamente dalla giunta comunale. Fino a toccare l’apoteosi col casco di Valentino. Che è stata un’idea di qualcuno, ma che non è stata scritta in nessun atto né delibera della giunta né determina del dirigente. Ci si limitava ad impegnare 44.100 euro più iva per 53mila euro per la "manutenzione del verde e della rotatoria di piazzale D’Annunzio" affidando l’onere ad una "ditta" che ditta non era visto che Opera Maestra non aveva neppure il durc né dipendenti né iscrizioni all’Inail, all’Inps e neppure una sede fruibile al pubblic tenuto conto che è a casa del presidente Stefano Esposto.

Il Comune affida ufficialmente il taglio dell’erba o il ripristino del manto sintetico ad un’associazione culturale che nel frattempo faceva costruire il casco chiedendo sponsorizzazioni per pagarlo. Il casco, realizzato con polistirolo, legno, ferro, resine, è comparso il 25 luglio 2022 con tanto di inaugurazione con Vale. Che è passato quel giorno e poi non si è più visto da quelle parti. Infatti, dopo due anni esatti, l’opera d’arte costata 53mila euro si sta sciogliendo, la vernice evaporando, gli adesivi si stanno slabbrando e il ferro, non zincato, difficilmente rimarrà saldo.

Non è esclusa una nuova manutenzione del verde in zona.

ro.da.- a.m.