Il capannone Berloni venduto a oltre 4 milioni

Se l’è aggiudicato un’immobiliare, ma sullo sfondo c’è una società dell’entroterra. Prezzo rialzato del 40 per cento rispetto alla base d’asta

Il capannone della Berloni cucine di Chiusa di Ginestreto, quello accanto alla rotatoria, è stato aggiudicato dopo una serie di rialzi che hanno fatto lievitare nil prezzo, rispetto alla base d’asta, del 40 per cento. Si è passati da 2 milioni e 900mila euro a 4 milioni e 200 mila euro.

In tre a concorrere: l’immobiliare Bu-sen di via del Monaco, che alla fine si è aggiudicata il grande immobile, quindi un’altra immobiliare legata alla famiglia Strapazzini (settore automotive) e la società Brx di Montelabbate che opera nel settore della refrigerazione.

L’asta si è svolta ieri pomeriggio nello studio di Roberto Venturini presente Lucio Santin, i liquidatori giudiziali, mentre i commissari giudiziali erano Alessandro Bisetti, Enrico Vantaggi e Arturo Pardi. Era questa la quinta volta che questo grande capannone di 14mila metri quadrati più 2000 metri di uffici, oltre allo scoperto, andava all’asta. Rientrava nel concordato preventivo della storica famiglia di mobilieri pesaresi.

La immobiliare Bu-Sen srl pare che abbia concluso l’affare anche perché dietro avrebbe un preciso affittuario e cioè la società "Pantarei" di Gallo di Petriano che fa capo a due soci, Bucarini e Londei e che lavora nell’ambito della produzione di prefabbricati per le industrie del mobile. Domenico Londei al telefono resta sul vago: "Potrebbe anche interessarci ma ancora non c’è nulla di preciso. Sicuramente è vero che la nostra società ha diversi immobili in affitto. Vediamo...".

L’immobile di Chiusa di Ginestreto fa parte un po’ della storia mobiliera della città perché lì è iniziata l’attivita della Berloni Cucine, Un grande stabile che nel 2004 venne devastato da un incendio che fece arrivare a Pesaro mezzi dei vigili del fuoco, non solo dalla vicina Romagna, ma anche da Ancona e Macerata. Il grande capannone venne poi ricostruito con i massimi criteri di sicurezza tanto che i reparti produttivi erano stati isolati da porte ignifughe per eviutare la propagazione del fuoco in altri settori.

Ieri pomeriggio l’aggiudicazione dopo una serie di rialzi che hanno fatto lievitare il prezzo di un milione e 300mila euro.

Un segnale, questa asta, che vi sono diverse aziende della provincia che stanno marciando molto forte e che vanno anche alla ricerca di stabile per allargare la produzione.