
Emendamento per aumentare i costi al casello, poi scatta il dietrofront. Morani attacca il deputato di Fdi: "Ora sappiamo cosa fa in Parlamento".
Era nato ufficialmente per raccattare 90 milioni di euro da destinare all’Anas, ma è naufragato in piena estate, sotto il sole cocente delle polemiche politiche e con un solo rimasto sulla scialuppa: Antonio Baldelli, deputato marchigiano di Fratelli d’Italia, nonché relatore del decreto infrastrutture. L’emendamento sull’aumento dei pedaggi autostradali dal primo agosto, un millesimo di euro al chilometro, cioè "circa 60 centesimi – illustra il deputato Baldelli – su una tratta Roma-Milano", ha incendiato la maggioranza e infiammato i social, regalando un altro tormentone dell’estate politica 2025. Il testo, presentato con la firma di quattro relatori, due di Fratelli d’Italia (Antonio Baldelli e Massimo Milani), uno di Forza Italia (Francesco Battistoni) e una della Lega (Elisa Montemagni), aveva l’obiettivo di introdurre un sovracanone per finanziare l’attività dell’Anas. Nessun onere per lo Stato, tutto a carico degli automobilisti. Peccato che l’opposizione, con il Pd in testa, abbia subito sollevato il caso, parlando di "tassa di Ferragosto" e accusando la maggioranza di colpire pendolari e famiglie in partenza per le vacanze.
In prima linea Alessia Morani, ex deputata dem, che sui social ha messo il carico da novanta: "L’autore della proposta è un parlamentare marchigiano, fedelissimo della Meloni. Si chiama Antonio Baldelli. Da ieri sappiamo finalmente da che parte sta. Certamente non da quella dei cittadini". E poi l’ha ribattezzato Balzelli. Un post che ha fatto il pieno di like e condivisioni. La risposta di Baldelli non si è fatta attendere. Con tono piccato Baldelli ha accusato Morani di essere la "regina delle fake news": "Come relatore del Decreto Infrastrutture conosco bene tutti gli emendamenti. È vero che tutti i relatori li hanno firmati ma nessuno di quelli da me proposti prevedeva aumenti di pedaggio (un euro ogni mille chilometri per sostenere l’attività di Anas). Abbiamo comunque lavorato a un testo che eliminasse ogni aumento, e ci siamo riusciti in poche ore. Questo è il ruolo del relatore di maggioranza: raccogliere le principali proposte, aprire una fase fatta di dialogo e confronto, arrivare a una sintesi. Ma la Morani finge di non conoscere tutto ciò, pur essendo stata parlamentare". È comunque un dato di fatto che il nome di Antonio Baldelli, insieme a quelli degli altri tre relatori (Montemagni per la Lega, Battistoni per FI e Milani anche lui FdI), fosse stampato sotto all’emendamento della discordia. La Lega, non appena Salvini ha alzato un sopracciglio, ha ritirato la firma. Fratelli d’Italia ha fatto lo stesso, con un comunicato a denti stretti. Morale: tutti giù dal carro. "Non ci sogneremmo mai di portare avanti un emendamento non condiviso dal ministro competente", hanno dichiarato Baldelli e Milani. Parole che sanno un po’ di retromarcia con le quattro frecce accese. E così, quello che doveva essere un intervento tecnico è diventato un pasticcio politico. Il Pd insiste: "Non contano le voci ma i fatti: se vogliono esprimere il loro disappunto possono ritirare la loro firma".
La Morani rincara la dose raggiunta telefonicamente: "L’hanno mandato in guerra (dice riferita a Baldelli ndr.), poi si è voltato e dietro non c’era più nessuno". Lui in un’intervista telefonica ha ribadito la sua posizione: "Chi mi accusa mostra di non sapere come funziona il Parlamento". Morale della favola? Nessun aumento dei pedaggi, per ora. Ma se è vero che l’ambasciatore non porta pena, il relatore, almeno questa volta, è rimasto con il conto in mano davanti alla cassa e con il resto degli ospiti che se la sono svignata prima del caffè.