SOLIDEA VITALI ROSATI
Cronaca

Il caso scuola Manzi. La lettera di una prof: "Chiudere la primaria, la sconfitta più grande"

L’insegnante Flavia Farina interviene sull’edificio di via Confalonieri "Smantellare una comunità scolastica efficiente per mancanza di progetti è una delusione. E così ci rimettono anche i più fragili"

L’insegnante Flavia Farina interviene sull’edificio di via Confalonieri "Smantellare una comunità scolastica efficiente per mancanza di progetti è una delusione. E così ci rimettono anche i più fragili".

L’insegnante Flavia Farina interviene sull’edificio di via Confalonieri "Smantellare una comunità scolastica efficiente per mancanza di progetti è una delusione. E così ci rimettono anche i più fragili".

Torna a fare parlare la scuola Manzi. Stavolta con una lettera intensa e partecipata di una docente.

"Sono Flavia Farina – scrive una insegnante dell’Istituto Comprensivo “A. Olivieri” – e presto servizio nella scuola primaria “A. Manzi” dall’anno scolastico 2020/2021. Scrivo questa lettera aperta per più motivi, specifici sulla situazione critica della mia scuola e più in generale sull’istruzione. Ho aspettato un mese dopo la decisione di spostare la comunità scolastica della Manzi per scrivere questa mia riflessione pubblica. Avevo bisogno di capire le motivazioni e studiare i numeri portati al tavolo delle discussioni".

"Quello che mi rende perplessa – continua la docente – è la velocità con cui è stata presa questa decisione dopo che per anni abbiamo aspettato mesi per avere risposte ai nostri dubbi. Ho avuto fiducia nelle istituzioni, sicura che l’amministrazione stesse cercando soluzioni sostenibili.

In quell’immobile ho contribuito a far prendere forma a laboratori tematici, intercettando progetti e dedicando la mia professione al miglioramento del luogo in cui i nostri studenti imparano, non solo alla loro istruzione formale. Non si può dire che quello di via Confalonieri sia un bell’immobile, ma la dedizione che io e le mie colleghe abbiamo messo negli anni per renderlo accogliente, senza dimenticare le collaboratrici e tutto il personale Ata, oltre ad azioni volute dal Dirigente volte al miglioramento, lo ha reso sempre più a misura di bambino".

"Se la motivazione dello spostamento fosse la sicurezza, dovrei rimangiarmi quello che ho detto a favore dell’amministrazione negli ultimi 5 anni. Se fosse il cambio di destinazione d’uso, mi farebbe pensare alla scarsa lungimiranza avuta. Se fossero i dati proiettivi sulla denatalità, questa avverrà nei prossimi 5/10 anni. Abbiamo circa 200 iscritti e nelle stanze della S. Carlo i bambini saranno stipati per cinque ore o più in aule sotto il livello stradale, senza giardino, laboratori, palestra, spazi “morbidi”, aule per il recupero, ma soprattutto senza maggiore sicurezza. Dal punto di vista del diritto allo studio, i più fragili saranno fortemente penalizzati, è un dato di fatto".

"Credo – continua l’insegnante – che la chiusura di una scuola in salute sia la sconfitta più grande di una società civile e democratica. Smantellare una comunità scolastica efficiente per mancanza di progettualità è di fatto una soluzione deludente. Spero che la decisione venga rivista tenendo conto della qualità dell’istruzione. Sarebbe un segnale importante ed un riconoscimento da parte della politica del valore che la scuola ha e deve avere sul futuro di una comunità".

"Infine, ho trovato una grande mancanza di rispetto sapere da una testata giornalistica, a poco più di un mese dalla fine delle lezioni, che dovremo affrontare l’ennesimo trasloco e ancora non sapere da che parte verremo parcheggiati. Anche noi insegnanti siamo pubblici ufficiali e cerchiamo quotidianamente di insegnare ai nostri studenti la fiducia ed il rispetto nelle istituzioni. Essere completamente dimenticati in tutta questa operazione mi ha fatto pensare a quanto poco conti la nostra voce. È questo che mi ha portato a scrivere questa lettera aperta. Tutte e tutti abbiamo una voce. È il momento che venga ascoltata".