Il clima estremo dello scorso agosto ha avuto precedenti nell’Ottocento

La prima decade è stata “fredda“ con una media più bassa; la terza parte del mese è stata sopra di 3,07°C. Le piogge estive (+27,4 mm) hanno difeso la vegetazione, che è rimasta verde e buona per mitigare il caldo.

28 agosto 1853

Quanta triste impressione mi fanno queste campagne di Urbino, aride e bianche come fossero coperte di cenere.

Le arene del mare sono più oscure! Dove i nostri antichi lasciavano prosperare alte e salubri boscaglie, i moderni giudicarono con vano senno che fosse più utile di farvi perire i semi dei grani!

Io credo che i forti calori che noi proviamo nella stagione estiva, non ostante il livello di più di 400 metri, dipendano in molta parte dai vivi riflessi di queste terre biancheggianti.

Alessandro Serpieri,Registri Osservatorio* * *

Nella nota del registro meteorologico del 28 agosto 1853 Serpieri individua l’attività umana, con lo sfruttamento intensivo dei terreni agricoli, quale causa prevalente dell’incremento dei forti calori estivi. Con agosto si è conclusa l’estate meteorologica, un’estate decisamente diversa dalle ultime. Dopo un giugno piovoso con temperature in linea con le medie del periodo, da luglio si sono fatte strada a più riprese le incursioni dell’anticiclone africano, ormai dominatore indiscusso nelle estati mediterranee, lasciando poche occasioni per il passaggio di veloci perturbazioni.

Il mese appena concluso ha avuto un andamento inconsueto, con una prima decade “fredda“ per il periodo, una seconda di transizione, e, in controtendenza con il tipico andamento di agosto che spesso decreta la fine dell’estate rovente intorno alla metà del mese, una terza decade bollente, con i termometri che hanno sfiorato i 40°C nelle stazioni di fondovalle e nuovi record infranti. E sarebbe risultata ancor più estremo se non fosse sopraggiunta la seconda perturbazione del mese il giorno 28 con la sua azione mitigatrice. Nel complesso un’estate calda con precipitazioni leggermente superiori alle medie del periodo.

Il 2023 ci dimostra però, con buone precipitazioni invernali e soprattutto primaverili (molto carenti negli ultimi tre anni), che i forti calori estivi possono essere superati senza crisi idriche e con buona tenuta vegetativa. Il clima è in continua mutazione e i fenomeni estremi non sono una novità del terzo millennio, rileggendo i registri del Serpieri, attento osservatore, troviamo mesi di agosto descritti con caldo eccezionale nel 1867 e 1869, qui si toccarono i 33,8°C, o nel 1881 quando il giorno 23 risultano 35,4°C di massima e 29,9°C di minima.

Con l’incremento delle temperature l’energia prodotta provoca fenomeni estremi come il 6 agosto 1868: "Stamane presto pioggia fortissima e tuoni. Ci venne poi riferito che al piccolo paese di Acqualagna, posto poco al di là del Furlo, è caduta una grandine tanto grossa che, oltre ad aver devastato le campagne, ha rotto alcune tegole dei tetti; o il 20 agosto del 1873 quando pioggia forte con tuoni terribili provoca poca grandine, ma grossa come uova di piccione".

Settembre, ormai dalle caratteristiche più estive che autunnali, è ripartito con una nuova elevazione dell’anticiclone africano che ci terrà compagnia almeno per metà mese, lasciandoci in attesa di nuove preziose precipitazioni.