Il Comune di Pesaro si riprende i dipendenti in prestito all’Unione

Il Comune di Pesaro riprenderà in sede i 90 dipendenti trasferiti all'Unione Pian del Bruscolo, garantendo ai cittadini i servizi offerti negli ultimi sei anni. La decisione è stata presa per garantire il destino dei dipendenti e per evitare complicazioni nella gestione dei servizi.

Dal 27 settembre il Comune di Pesaro riprenderà in sede i dipendenti che per sei anni ha “prestato“ all’Unione Pian del Bruscolo. Si tratta di 90 persone: 70 sono gli agenti di polizia locale mentre il restante è quello del servizio informatica e statistica. Per il cittadino, in termini di servizi, non cambierà nulla: la giunta Ricci ha deliberato affinché i dirigenti di settore, Paola Nonni (personale) e Claudio Chianese (bilancio), garantiscano all’Unione il personale pesarese, necessario a svolgere le funzioni (polizia locale e servizi statistici, informatici) che Pesaro nel 2017 ha trsferito a Pian del Bruscolo.

Il personale continuerà a seguire l’organizzazione del lavoro degli ultimi sei anni: con tanto di turni coperti a Tavullia, piuttosto che a Mombaroccio. In sei anni l’Unione ha assunto sfruttando la capacità assunzionale dei Comuni di Pesaro (5 unità) e Mombaroccio (1): "Se i 70 tornano in automatico in organico a Pesaro – spiega Nonni – le unità assunte successivamente verranno assorbite da Pesaro progressivamente perché è necessario incardinare la loro presenza in base ai piani di fabbisogno". Allora perché Fp Cgil esprime soddisfazione e in comando a Pesaro il clima che si respira è di festa, se non cambia nulla? E’ svanito, finalmente, lo spettro di un trasferimento permanente all’Unione Pian del Bruscolo. Si è frantumato il tetto di vetro con cui i vigili e gli informatici hanno temuto, per sei anni, di poter diventare definitivamente dipendenti dell’Unione. La decisione di trasferire il personale, Pesaro l’avrebbe potuta prendere nel 2017. Non avvenne per un ragionamento garantista delle parti sociali: blindare il destino dei dipendenti in considerazione del fatto che il Comune di Pesaro non chiuderà mai, a differenza di una Unione dei Comuni che può essere smontata in base alla visione politica sovracomunale contingente. Inoltre, l’Unione non riesce a dare al personale lo stesso trattamento di un Comune di grandi dimensioni: la normativa dà armi spuntate all’Unione dei comuni in termini di stabilizzazioni, ci sono complicazioni e spesso impossibilità a riconoscere la mobilità, il rimborso spese. Così come è ridotta la capacità per l’acquisto dei mezzi tecnici e dell’organizzazione della formazione.

Solidea Vitali Rosati