
Constatato lo stato di degrado del paese, alcuni residenti di Monteguiduccio, frazione di Montefelcino, si sono rimboccati le maniche e in un fine settimana di fatica e risate in compagnia hanno ripulito per bene le vie della piccola frazione a 14 chilometri dal capoluogo, e non solo quelle.
Una cosa però vogliono sottolineare con forza: che questa decisione di fare da sé non ha alcun intento polemico nei confronti dell’Ufficio tecnico del Comune, il quale Ufficio con due soli operai in organico più di tanto ovviamente non può fare. La cosa la possiamo rubricare sotto la voce "conseguenze ben concrete del debito pubblico" (prepensionamenti, blocco del turnover e così via). "Con questo gesto - scrivono i volontari di Monteguiduccio - il gruppo ha voluto integrare e arricchire, non certo sostituire, l’attività svolta dal Comune, che dovrà continuare regolarmente; abbiamo voluto semplicemente dare un segnale di responsabilità e di spirito comunitario, per il decoro del paese in cui viviamo. Speriamo che questa nostra iniziativa sia uno stimolo in più per l’amministrazione comunale, di modo che questi piccoli centri dell’entroterra possano diventare anche esempi di bellezza".
Per fare il lavoro, la "banda" è partita da quello che sembra un vero e proprio "ordine di servizio", anche se scritto a penna su un foglio a quadretti. Datato primo settembre, vi si legge, tra l’altro, che "il Gruppo Civico, tenendo fede agli impegni presi per lavori di pulizia e piccole manutenzioni al paese e borghi vicini, la prossima settimana pulisce il muro "Castelalt" e ha poi pensato di dedicare mezza giornata di sabato 16 settembre a "Pulin el nostre paes" ("Puliamo il nostro paese")".
Dopodiché si va nel pratico: "Servono almeno 1520 persone suddivise in gruppi di due o quattro elementi e ogni gruppo pulisce la sua zona assegnata o scelta". Seguono le zone: "Gruppo 1: via Liberazione fino all’incrocio con via D’Annunzio, piazza del monumento ai Caduti, via Quasimodo e dietro la ex scuola…". Tutti si sono poi ritrovati davanti al circolo del paese "muniti di scope e rastrelli" per la foto di gruppo. Finito il lavoro, non è mancato, com’è ovvio, un pranzo ristoratore: s’è pagato alla romana. Poco ma sicuro, non è stata una iniziativa estemporanea, dato che un "modulo" con lo spazio per le firme di chi ci stava era stato diffuso nel paese già ai primi di agosto. Come si dice, chi fa da sé, fa per tre.
a.b.