Rof Pesaro, il conte Florez conquista l’arena. Tra gag e parrucche, trionfa la musica

Applausi al cast stellare e alla regia che però raccoglie qualche mugugno. Parata di politici sul red carpet, ma non c’è traccia di vip

La prima del Rof a Pesaro, il conte Florez conquista l'arena

La prima del Rof a Pesaro, il conte Florez conquista l'arena

Pesaro, 10 agosto 2022 - Finalmente un’aria di ritrovata normalità ieri sera alla prima de Le Comte Ory, opera di apertura di questo 43esimo Rossini Opera Festival. Senza mascherine fuori e all’interno della Vitrifrigo Arena, in una atmosfera decisamente rilassata. Ed è stata ’buona la prima’ come si usa dire, o meglio, la seconda, perché anche la generale dell’opera è stata un successo.

E pure ieri sera l’ambiguo, colorato e divertente allestimento firmato da Hugo De Ana è stato salutato da applausi ma non sono mancati i mugugni sebbene non sfociati in fischi. La sua regia infarcita di trovate, invenzioni giocata sul filo delle ambiguità e dei doppi sensi è risultata originale, ma eccessiva. Un fuoco di fila di situazioni che in più di un momento ha distolto il pubblico dalla musica e dai cantanti.

Applausi, comunque, al ritrovato De Ana (tornato al festival dopo ben trent’anni di assenza), e al direttore Diego Matheuz, bravissimo nel dirigere il complicato "traffico" scenico-musicale e nel non far perdere il filo allo spettatore di questo dramma giocoso scritto nel 1828. Complici della bacchetta venezuelana in buca i bravissimi professori della Sinfonica nazionale della Rai e il Coro del Teatro Ventidio Basso. Ma come sempre su tutti è svettato, manco a dirlo, Juan Diego Florez, applauditissimo nel ruolo del titolo non solo grazie ai suoi ben noti mezzi vocali ma anche alle sue capacità sceniche e alla sua disponibilità a giocare sulle ambiguità e sui travestimenti ideati da De Ana.

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Tanti applausi, oltre che al tenorissimo, sono arrivati anche all’indirizzo di due esordienti al Rof. Cantanti di rango ma pescate dall’accoppiata Palacio-Florez nei teatri europei: il soprano francese Julie Fuchs (la Contessa) e il mezzosoprano Maria Kataeva (Isolier, ovvero il servitore del Conte). E le ovazioni non sono mancate anche per il resto del cast. Fino a qui la cronaca artistica.

Quella mondana, nonostante l’abolizione delle limitazioni, ha lasciato ben poco spazio al cronista. Sul red carpet è passato il ministro della pubblica istruzione, Patrizio Bianchi noto appassionato di lirica e amico del Rof. Si sono poi visti il rettore dell’Università di Urbino, Giorgio Calcagnini; il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura; Davide Ermini, il sindaco Matteo Ricci, il vicesindaco e presidente del Rof, Daniele Vimini, il presidente Aspes, Luca Pieri, l’onorevole Alessia Morani e la consigliera regionale, Micaela Vitri. Presente anche il prresidente della Fondazione Rossini Gianni Letta che oggi verrà insignito della cittadinanza onoraria.