"Il festival di Pesaro batte Venezia"

La regista Liliana Cavani, a cui è dedicato l’evento speciale: "Qui si fa più attenzione ai film che agli attori"

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di Claudio Salvi

Un’autrice complessa e inafferrabile. Regista, intellettuale, che ha sempre viaggiato in direzione ostinata e contraria, dando retta solo alla sua grande passione (il cinema) e al suo grande senso di giustizia. Ed è per questo che forse è stata spesso una regista scomoda, poco incline a compiacere la critica. Pesaro e la Mostra internazionale del nuovo cinema la omaggiano con una personale che sta registrando un ottimo successo di pubblico, con un libro di Marsilio "Liliana Cavani. Il cinema e i film" e con una giornata: quella di sabato, che proporrà la mattina al cinema Astra una tavola rotonda alla sua presenza e la sera in piazza (ore 21.30), con la presentazione in anteprima mondiale della versione restaurata dal Csc Cineteca nazionale e Istituto Luce Cinecittà con la supervisione della stessa Cavani del film "Al di là del bene e del male", discussa pellicola del 1977.

Signora Cavani, cosa ricorda di "Al di là del bene e del male"?

"E’ un film al quale mi sono dedicata molto. E’ un’opera che per le tematiche sociali trattate definirei di grande interesse, non certo facile. Una pellicola che aiuta a riflettere, soprattutto su Nietzsche, un filosofo fondamentale per capire cosa è stato il nostro Novecento. Un personaggio frainteso dagli stessi nazisti, con una sorella balorda, convintamente nazista, che lo aveva plagiato e segregato e di lì in poi ritenuto marginale".

Quando parla di film non facili allude anche a quello che per molti cineasti e produttori è l’assillo degli incassi al botteghino?

"I film costano anche se meditati. Sono un investimento e dunque non c’è nulla di male che un regista e un produttore cerchino di avere successo al botteghino anche se non fanno una commedia: tutt’altro".

Pesaro e la mostra hanno sempre rappresentato una visione "altra" della settima arte. Che idea si è fatta del festival in questi anni?

"A Pesaro sono venuta due volte. E’ sempre stato un festival estremamente interessante, dove si fa attenzione ai film piuttosto che agli attori. Niente di simile di quanto accade a Venezia".

Regista dalla fine degli anni Sessanta, ha dovuto combattere e vincere alcune diffidenze in quanto donna?

"Non ho dovuto combattere un bel niente. Ho avuto le stesse difficoltà dei miei colleghi uomini. Ho cominciato con documentari di politica e anche allora c’era chi faceva commedie o film più impegnati. Semplicemente c’erano film e idee buone altre meno".

Ma il cinema lo aveva già ben chiaro sin da bambina.

"Certamente sì. Mia mamma mi portava sempre al cinema. Poi mi sono laureata in lettere classiche. Diciamo che ha avuto la necessità di raccontare storie e il cinema era la strada che mi è sembrata più adatta".

Qual è il film che ha amato di più?

"Li ho amati tutti ma mi piacerebbe che un film come ’Dove siete? Io sono qui’, rivolto ai giovani venisse re-editato".

Tonerà sul set?

"Certamente, il prossimo anno ma ancora non posso svelare nulla".

Questo mondo ha ancora una speranza?

"Direi di sì, e credo che dipenda dalle persone intelligenti e oneste. Sono loro che possono salvare questo mondo. Avere un Papa come Francesco è una fortuna divina".

La regista sarà ospite anche del festival Passaggi, a Fano, dove interverrà venerdì alle 20.45 in piazza XX settembre, con Marco Politi sul tema "Francesco. La peste, la rinascita" (Laterza). Sul Santo d’Assisi Liliana Cavani ha diretto il celebre film del 1989 con Mickey Rourke.