Pesaro, il gelataio e la bolletta agghiacciante: "Non posso spegnere i congelatori"

Il caso di Fabiano Durso, titolare dell’attività di viale Napoli: da 9 mila euro di fattura è passato a 25mila "Se resterò aperto? Non so, navigo a vista. Vedrò quello che succede nei prossimi mesi, poi decido"

Fabiano Durso, titolare della gelateria di viale Napoli

Fabiano Durso, titolare della gelateria di viale Napoli

Pesaro, 3 settembre 2022 - Sono i condannati al consumo, quelli che non possono fare a meno dell’energia elettrica perché altrimenti il gelato si squaglia. Sono loro, i gelatai, che non possono risparmiare sulla bolletta e che devono pagarla tutta, anche se se stratosferica.

Fabiano Durso, quanto ha paga per l’energia elettrica nella sua gelateria di viale Napoli?

"Prima che scoppiasse questo caos pagavamo novemila euro all’anno. Adesso siamo arrivati a venticinquemila. I nove centesimi a kw sono diventati 35: una follia".

E’ sostenibile?

"No, non è sostenibile per una piccola attività come la nostra. Mica abbiamo duecento, trecento persone in sala a consumare un pasto completo e anche lì sarebbe un’impresa pagare certe cifre. Qui parliamo di coni gelato e non basta fare le rate. Si può fare una volta, ma non è questo il rimedio a una situazione senza precedenti e che ci sta creando problemi molto seri"

Aumenterà il costo del cono?

"Leggermente, lo abbiamo già fatto. Per esempio abbiamo aumentato il cono piccolo di trenta centesimi, da 2,50 a 2,80, ma è un correttivo che non serve a nulla. Qui stiamo parlando di bollette triplicate, di incassi bruciati per pagare l’energia elettrica, una catastrofe di fronte alla quale non servono centesimi, ma serve una politica di aiuti seria da parte dello Stato, come ha fatto per le categorie in difficoltà"

Un reddito di cittadinanza per i maestri gelatai?

"Ecco, non mi faccia pronunciare questa formula. Sa cosa ha provocato il reddito di cittadinanza? Ha guastato il mercato del lavoro, rovinandolo. C’è gente che viene da me e dice di avere il reddito di cittadinanza e vuole arrotondare spalmando gelato sui coni per qualche ora e io ovviamente gli spiego che chi viene qui deve lavorare regolarmente e che non si può fare se hai già un contributo di quel tipo dallo Stato. Anche servire gelati implica un minimo di preparazione e professionalità. Il risultato è che difficilmente si trova un dipendente disposto a lavorare seriamente, in modo continuativo, qualificandosi e qualificandoci. Manca personale e quello che c’è deve coprire mansioni diverse. Un vero disastro. Li dessero a chi lavora e non ce la fa, a noi gelatai, i soldi del reddito di cittadinanza: ora ci servirebbero per sopravvivere, per migliorare il servizio, altrimenti qui si chiude".

Non può proprio fare nulla per risparmiare energia elettrica?

"E cosa faccio? Mica posso spegnere i congelatori, il gelato si squaglierebbe in pochi minuti. Posso ridurre un po’ la produzione, e infatti abbiamo qualche gusto in meno, abbiamo un po’ sacrificato i gusti vegani, ma oltre non si va"

Non avrà mica tolto il "Veleno" dal banco, uno dei gusti preferito dai pesaresi?

"No, quello lo abbiamo lasciato, è un cioccolato che ci dà la carica, ma, mi creda, la situazione è molto preoccupante, anche perché se dai meno servizi e se offri meno gusti, poi questo si ritorce sulla gente, così come non possiamo caricare sul consumatore i costi folli dell’energia".

Cosa farà?

"Navigo a vista, vediamo cosa succede a settembre, ottobre, poi decideremo. Di sicuro non possiamo lavorare non dico per guadagnare poco, ma per rimetterci quattrini, per cui se la situazione non cambia c’è il serio rischio che nel giro di pochi mesi piccole attività come la nostra vadano a scomparire. Vediamo l’autunno, ma se non cambia nulla, a maggio potremmo anche non essere più in grado di lavorare".

Cosa pensa di questa storia dei rincari energetici?

"Che c’entra poco con la guerra. C’è chi specula su chi lavora e sulla gente"