Il giudice ha detto no. I cinque indagati nell’inchiesta Tre Valli Cooperlat, destinatari del provvedimento cautelare che prevede il divieto di entrare in azienda per sei mesi, non potranno riprendere il lavoro. Dovranno stare fuori, potrebbero reiterare i reati o compromettere le prove. Lo ha stabilito il gip Giacomo Gasparini che ha rigettato la richiesta di revoca proposta dai legali di Bernardo Pittalis, al tempo direttore di produzione, Roberto Manna, responsabile di laboratorio, Diego Zanchetti, addetto all’inserimento nei sistemi gestionali, Giuseppe Nucci, consulente aziendale esterno e Frediano Luconi, coordinatore dei siti di produzione.
Il giudice ha deciso sulla richiesta di revoca presentata dai legali a cinque giorni di distanza dagli interrogatori di garanzia (nessuno aveva risposto alle domande) nell’ambito del procedimento per frode in commercio e adulterazione del prodotto. Si attende, tuttavia, anche la decisione del tribunale del Riesame di Ancona a cui i cinque indagati hanno presentato istanza prima dell’udienza del tribunale di Pesaro in quanto il termine per la richiesta scadeva lo stesso giorno in cui si sono svolti gli interrogatori.
Alla base della richiesta di revoca c’era la circostanza che alcuni di loro, in base a un accordo sindacale, hanno cambiato mansione e altri hanno chiuso il rapporto di lavoro con Fattorie Marchigiane. A breve è prevista la chiusura delle indagini. Il pm attende soltanto la consegna della perizia su telefoni e computer sequestrati agli indagati.
a.m.