Come passare da centinaia di migliaia di antiche pagine vergate nel Settecento e chiuse in otto casse di zinco ad altrettante fotografie digitali accessibili con un click gratuitamente da chiunque? Per scoprirlo basterà partecipare mercoledì 14 dicembre alle 15 nel salone Raffaello del collegio omonimo alla presentazione conclusiva del progetto “Archivio Albani“, da poco concluso e che ha avuto come oggetto la digitalizzazione dell’intero archivio privato della famiglia Albani, oggi di proprietà degli eredi conti Castelbarco e custodito a Pesaro nella Villa Imperiale. Il progetto era nato ormai molti anni fa, da un’idea del conte Clemente Castelbarco Albani e grazie all’interessamento della Provincia e di Biblioteca e Musei Oliveriani. L’obiettivo era rendere fruibile almeno una parte dell’immenso patrimonio costituito anche da documenti privati di Gianfrancesco Albani, divenuto papa come Clemente XI. Si avviò il progetto e si arrivò alla creazione del sito archivioalbani.it, tuttora consultabile. Per completare il progetto, viste anche la perdita di competenza in materia delle province e la stasi dei lavori, nel 2014 il professor Laerte Sorini, responsabile di progetto informatico dell’università di Urbino, propose di trasferire il tutto all’interno del progetto di ateneo “UNIRE“, spostando tutte le immagini nei server di Uniurb. Finalmente, dopo vari passaggi tecnici e burocratici, oggi si può finalmente consultare per intero l’archivio in formato digitale, senza dover aprire nessuna delle otto casse di zinco in cui sono conservati i faldoni, cliccando semplicemente su unire.uniurb.it, grazie al paziente lavoro di Cristian Barzotti, che ha inserito circa 400.000 immagini e documenti per un totale di quasi 12 terabyte. Il fondo non è stato mai riordinato e studiato nella sua interezza, se si eccettua una sommaria descrizione effettuata da alcuni funzionari della biblioteca apostolica vaticana nella prima metà del Novecento, per cui le risorse sono disposte in modo “disordinato“ ma facilmente accessibili grazie alle ricerche con parole chiave. L’archivio Albani proviene nientemeno che dal palazzo di famiglia in via Bramante a Urbino, Palazzo Albani appunto, oggi di proprietà dell’università, dopo essere passato attraverso alcuni precedenti proprietari. Quando gli Albani vendettero le mura, all’inizio del Novecento, portarono alla villa pesarese anche l’archivio, che da allora giace lì, fino ad oggi consultabile solo dagli eredi, e da ora fruibile da tutti. Il pomeriggio prevede l’intervento di Brunella Paolini, Direttrice dell’Ente Olivieri - Biblioteca e Musei Archeologici Oliveriani, su “Il progetto Archivio Albani“ di seguito, Cristian Barzotti esporrà “Il progetto UNI.RE - Archivio Digitale Albani“. Alle 16,20 la tavola rotonda moderata da Davide Pietrini con relatori Monica Rocchetta (Università di Macerata) che parlerà dei “Primi contributi sulla collezione Albani dalla Biblioteca Statale di Macerata“; Laerte Sorini (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo) su “Segreti e lettere cifrate dall’Archivio Albani“; Franco Pavan (Laboratorio ‘600) con “La raccolta musicale dell’Archivio Albani: persistenze e dispersioni“ e infine Pamela Lucciarini (International Opera Studio Pesaro) su “Le ragioni di una pubblicazione discografica“. Alle 18,30 ci sarà infine l’esecuzione di due brani musicali tratti da spartiti conservati in archivio. gio. vol.

Cronaca

Come passare da centinaia di migliaia di antiche pagine vergate nel Settecento e chiuse in otto casse di zinco ad altrettante fotografie digitali accessibili con un click gratuitamente da chiunque? Per scoprirlo basterà partecipare mercoledì 14 dicembre alle 15 nel salone Raffaello del collegio omonimo alla presentazione conclusiva del progetto “Archivio Albani“, da poco concluso e che ha avuto come oggetto la digitalizzazione dell’intero archivio privato della famiglia Albani, oggi di proprietà degli eredi conti Castelbarco e custodito a Pesaro nella Villa Imperiale.
Il progetto era nato ormai molti anni fa, da un’idea del conte Clemente Castelbarco Albani e grazie all’interessamento della Provincia e di Biblioteca e Musei Oliveriani. L’obiettivo era rendere fruibile almeno una parte dell’immenso patrimonio costituito anche da documenti privati di Gianfrancesco Albani, divenuto papa come Clemente XI. Si avviò il progetto e si arrivò alla creazione del sito archivioalbani.it, tuttora consultabile. Per completare il progetto, viste anche la perdita di competenza in materia delle province e la stasi dei lavori, nel 2014 il professor Laerte Sorini, responsabile di progetto informatico dell’università di Urbino, propose di trasferire il tutto all’interno del progetto di ateneo “UNIRE“, spostando tutte le immagini nei server di Uniurb. Finalmente, dopo vari passaggi tecnici e burocratici, oggi si può finalmente consultare per intero l’archivio in formato digitale, senza dover aprire nessuna delle otto casse di zinco in cui sono conservati i faldoni, cliccando semplicemente su unire.uniurb.it, grazie al paziente lavoro di Cristian Barzotti, che ha inserito circa 400.000 immagini e documenti per un totale di quasi 12 terabyte.
Il fondo non è stato mai riordinato e studiato nella sua interezza, se si eccettua una sommaria descrizione effettuata da alcuni funzionari della biblioteca apostolica vaticana nella prima metà del Novecento, per cui le risorse sono disposte in modo “disordinato“ ma facilmente accessibili grazie alle ricerche con parole chiave.
L’archivio Albani proviene nientemeno che dal palazzo di famiglia in via Bramante a Urbino, Palazzo Albani appunto, oggi di proprietà dell’università, dopo essere passato attraverso alcuni precedenti proprietari. Quando gli Albani vendettero le mura, all’inizio del Novecento, portarono alla villa pesarese anche l’archivio, che da allora giace lì, fino ad oggi consultabile solo dagli eredi, e da ora fruibile da tutti.
Il pomeriggio prevede l’intervento di Brunella Paolini, Direttrice dell’Ente Olivieri - Biblioteca e Musei Archeologici Oliveriani, su “Il progetto Archivio Albani“ di seguito, Cristian Barzotti esporrà “Il progetto UNI.RE - Archivio Digitale Albani“. Alle 16,20 la tavola rotonda moderata da Davide Pietrini con relatori Monica Rocchetta (Università di Macerata) che parlerà dei “Primi contributi sulla collezione Albani dalla Biblioteca Statale di Macerata“; Laerte Sorini (Università degli Studi di Urbino Carlo Bo) su “Segreti e lettere cifrate dall’Archivio Albani“; Franco Pavan (Laboratorio ‘600) con “La raccolta musicale dell’Archivio Albani: persistenze e dispersioni“ e infine Pamela Lucciarini (International Opera Studio Pesaro) su “Le ragioni di una pubblicazione discografica“. Alle 18,30 ci sarà infine l’esecuzione di due brani musicali tratti da spartiti conservati in archivio.
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