
Dopo Fano e Urbino, il ‘Comitato diritti educatori professionali Marche’ interviene sulla situazione educatori a Vallefoglia. "La questione è simile in tutti i Comuni, anche se c’è una differenza: Urbino è l’unico della provincia ad averci inquadrato come educatori professionali, mentre negli altri abbiamo ancora un contratto inferiore al D2 che ci spetterebbe – spiegano dal Comitato –. Il problema principale è che, quando i ragazzi seguiti sono assenti, non possiamo andare a scuola per lavorare, e ce ne sarebbe bisogno, per prendere appunti sulle lezioni o preparare interrogazioni e verifiche, perdendo ore di retribuzione. Chiediamo che questa situazione cambi. Succede lo stesso quando le lezioni sono sospese, per esempio per maltempo o per covid, e d’estate, in assenza di campi estivi, siamo costretti a compensare con altre attività. Inoltre, lavoriamo con diversi utenti anche in più scuole contemporaneamente, perciò l’organizzazione oraria è a volte disastrosa, con la possibilità di passare da una struttura all’altra e di uscire di mattina e tornare di sera. Per altro, non c’è un rimborso per gli spostamenti". A Vallefoglia sono circa 40 gli educatori. Come negli altri territori, c’è un’assegnazione ciclica d’appalto a una cooperativa, da parte del Comune, per coprire i servizi necessari. "Prima c’era un’altra coop, che è fallita, facendo perdere due mesi di stipendio agli educatori locali – prosegue il Comitato –. Abbiamo cercato contatti con il Comune, in quel caso, ma non c’è stato niente da fare, nonostante l’appalto fosse in mano loro. Abbiamo poi provato a incontrarli, ma non c’è stata risposta. Ora, gli educatori sono confluiti in altre coop del territorio a cui segnaliamo lo stesso problema: ci dicono che andranno a parlare col Comune, ma nulla è cambiato. Noi chiediamo di regolarizzare la situazione, ci sembra il minimo per chi lavora, anche perché si fornisce un servizio che necessità di continuità. Inoltre, gli operatori diminuiscono, a fronte di una grande richiesta". Per quanto riguarda l’integrazione del lavoro con quello degli insegnanti di sostegno, gli educatori spiegano che "si cerca la collaborazione, ma non sempre incastrare gli orari è facile. Abbiamo anche utenti di istituti di ordine e grado diversi, perciò è faticoso organizzare un sistema del genere e a volte dobbiamo lasciare dei casi e perdere ore. Un’altra cosa grave è il fatto che, lavorando con ogni livello e tipo di scuola, dobbiamo stare al passo con le materie più disparate: è richiesta una conoscenza completa, a fronte di un compenso non adeguato. Tale questione si sollecita da anni alle cooperative. La richiesta, a loro e al Comune di Vallefoglia, è di aprire un dialogo".
Nicola Petricca