Il molo di Ponente abbandonato a sé stesso, l’accorata denuncia

Il molo di Ponente abbandonato a sé stesso, l’accorata denuncia

Il molo di Ponente abbandonato a sé stesso, l’accorata denuncia

Renato Morsiani, presidente di Assonautica, denuncia lo stato di abbandono del molo di Ponente. Lo fa con questa lettera: "Caro amico, sono il Molo di Ponente e dopo tanto tempo sono ancora qua. Mi sento brutto, abbandonato e nella desolazione più totale. Sono malridotto, lasciato all’incuria del tempo, con la pavimentazione sconnessa, le bitte arrugginite e divelte, pieno di erbacce e con il ciglio di banchina che piano piano si sta sgretolando. Una volta ero frequentato da chi volesse ammirare il maestoso tramonto sopra il San Bartolo e, nella prima parte dell’estate, sul mare; da chi volesse essere accarezzato dal piacevole e rinfrescante vento della Valle le sere d’estate e anche da chi volesse annusare e sentire il sale sul viso nei giorni di Bora. Sono sopravvissuto alle guerre e ho visto il passare del tempo e delle generazioni di Portolotti che hanno vissuto il Porto facendolo crescere via via di importanza. Ero vivo e importante: proteggevo, per quanto mi fosse possibile, dai venti e dai marosi di burrasca il Porto e ciò che esso conteneva. E nei miei ricordi ci sono anche i pescatori che mi facevano compagnia la notte e le persone che venivano a godere del sole adagiate sulle parti sommitali dei miei scogli

frangiflutti. E avevo anche un compito strategico: sulla mia punta vi era il fanale verde, ben visibile fino a diverse miglia dalla costa e ricercatissimo da tutti i naviganti perché indicante l’ingresso destro del Porto…”Inveni portum”.. Ero vivo, rispettato, punto cardine di chiunque vivesse il Porto ed ero parte integrante di esso. Adesso sono solo, abbandonato e frequentato solo dai gabbiani che mi coprono dei loro escrementi…mi hanno tolto anche il fanale verde per ospitarne uno giallo, segno di ostacolopericolo! Mi hanno transennato con delle barriere new jersey vietando anche l’accesso pedonale: sono diventato un pericolo. E pensare che basterebbe tanto poco per ridarmi l’aspetto e la dignità che avevo fino a poco tempo fa. Che dirti amico mio, a mia speranza è quella di sopravvivere ancora per qualche altro anno! Almeno fino a quando qualcuno, ricordandosi della mia storia e della mia importanza, non farà qualcosa per salvarmi. Grato per il saluto che tu e gli altri marinai mi porgete ogni volta che andate in mare, ti saluto affettuosamente".