Il nostro inconscio non sempre disegna ciò che vorremmo

A volte vorrei poter controllare i miei sogni. Cancellare quelli che definiamo incubi e far sì che non si ripetano più. Quelli più belli vorrei si potessero materializzare per viverli davvero, senza che il loro malinconico ricordo mi perseguiti finché un pensiero felice lo sostituisca. Il nostro inconscio non sempre disegna ciò che veramente vogliamo, perché analizzando ogni singolo frammento di ciò che abbiamo vissuto durante il sonno, ci s’accorge che effettivamente corrisponde a tutt’altro significato.

Mi domando, quindi, quale sia la verità, cos’ha più senso e ragione, il nostro inconscio o quello che ci sembra di vivere davvero? Se mi soffermo a pensarci non riesco a venirne a capo e quasi mi innervosisce l’idea di essermi illusa mentre dormivo, per poi scoprire che era tutto surreale e non rispecchiava minimamente il mio volere, anche se così sembrava. La confusione che si crea nella mia testa mi porta a ragionare, chiedendomi il perché di certi sogni ricorrenti e persecutori. Ci sono volte in cui vorrei dimenticare, eppure c’è qualcosa che rimane ancorato. Il sogno non dovrebbe essere una cosa positiva, un progetto, un obiettivo, un qualcosa che desideriamo con tutti noi stessi? Allora perché chiamiamo sogno quell’intreccio di pensieri e azioni che effettuiamo senza volere e che spesso ci ferisce? Sono sempre stata affascinata dalla psicologia e dalla grandezza della mente umana, ma a volte stento a concepire certe cose. Vorrei tanto avere figli, ma la mia salute non me lo permette. Spesso, durante il sogno vivo l’esperienza della gravidanza, poi mi sveglio e scopro che era tutto un labirinto mentale che non c’entra nulla con il voler procreare. "Non vi sono sogni assolutamente razionali e che non contengano qualche incoerenza, qualche assurdità." S. Freud.

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Asia D’Arcangelo