Il Palazzo Ducale apre le stanze restaurate

Da mercoledì tornano fruibili alcuni ambienti del secondo piano. E non è tutto; nei prossimi mesi sarà ampliato il percorso di visita

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Il miglior modo per celebrare il duca Federico di Montefeltro (1422-1482) è sicuramente quello di vedere al meglio la sua “casa“, quel Palazzo Ducale che ha cambiato la storia dell’architettura occidentale, il magnifico contenitore della Galleria Nazionale delle Marche. All’epoca di Federico il Palazzo non comprendeva ancora il secondo piano, quello che oggi andiamo invece a riscoprire per il recupero di locali e restauri. Il 6 aprile, mercoledì, sarà il giorno dell’attesa prima apertura di una parte del secondo piano e nel corso dell’anno molte e sorprendenti saranno le sorprese.

Tanto per dare qualche numero, nel nuovo assetto vedremo in più 115 dipinti e 5 sculture, circa 150 straordinarie maioliche e una selezione di ceramiche. Tra queste, vi è un importante nucleo di opere (dipinti e ceramiche) provenienti dalle collezioni della Cassa di Risparmio di Pesaro, concesse in deposito decennale alla Galleria Nazionale delle Marche. A tutto ciò si aggiungeranno, di volta in volta, 24 disegni (molti di Barocci e per lo più inediti) che verranno mostrati a rotazione per periodi al massimo di quattro mesi, oltre ai due di grandi dimensioni che, proprio per questa natura, sono permanenti: il San Gennaro trascinato al martirio con i compagni Festo e Desiderio (il cartone per la lunetta della cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli, opera del 1633 di Domenico Zampieri detto “Domenichino” realizzato a carboncino, biacca e sanguigna su carta, che misura 424 × 866 centimetri) e Il trionfo di Sileno (il cartone per la parte destra dello scomparto centrale della volta della Galleria di Palazzo Farnese a Roma, opera del 1598 circa di Annibale Carracci, realizzato a carboncino e biacca su carta grigio-azzurra, che misura 340 × 330 centimetri).

Sempre in tema di numeri, il patrimonio fruibile della Galleria Nazionale delle Marche aumentera del 75 per cento. Il Palazzo, come nota Luigi Gallo, direttore della Galleria "vede il progressivo recupero di tutti gli spazi dello splendido Palazzo Ducale che ospita la Galleria" e c’è "il completamento del racconto della storia artistica di un territorio così ricco e importante per la cultura italiana e non solo, estendendo l’esposizione alle collezioni del Seicento e del Settecento, includendovi i disegni e, infine, la ceramica che del Montefeltro".

Mercoledì dunque vengono recuperati recuperati alla fruizione tutti gli ambienti già precedentemente aperti al pubblico ma ora risistemati. Di questi, sono attualmente visibili solo le prime tre sale dedicate al Barocci e a una ristretta selezione di pittori seicenteschi; questa apertura è stata anticipata per permettere l’esposizione delle cinque opere giunte dalla Pinacoteca di Brera nell’ambito del progetto del Ministero della Cultura denominato “100 opere tornano a casa”. Da mercoledì questi ambienti saranno raggiungibili anche con un ascensore dal sottostante Piano Nobile: al nuovo elevatore si accederà dalla galleria già dedicata alla Collezione Volponi e condurrà nella loggia superiore che affaccia sul cortile del Pasquino, oggi dedicata all’esposizione delle ceramiche. Vengono quindi azzerate le barriere architettoniche. In questi ambienti vedremo il fantastico Apparato di nozze di Claudio Ridolfi e Girolamo Cialdieri, una serie di dipinti creati nel 1621 in occasione del matrimonio di Federico Ubaldo Della Rovere, ultimo Duca urbinate, con Claudia de’ Medici, per parare la città in occasione del passaggio del corteo nuziale. Quasi una sorta di “album fotografico“ ante litteram, interessantissimo nei dettagli. In estate si apriranno ulteriori spazi e ci saranno persino sorprese che riguarderanno la fruibilità di un torricino.