In centro il telefonino prende meglio che in zona mare: ci sono più antenne. Se possiamo dirlo è grazie alla ricognizione fatta dalla società specializzata Polab, incaricata dall’assessore Maria Rosa Conti di redarre l’aggiornamento del Piano antenne urbano, fermo alla normativa del 2017. La ricognizione ha messo a fuoco altre caratteristiche riguardo la distribuzione. All’incontro pubblico di presentazione, avvenuto martedì pomeriggio, sono stati diversi i cittadini che hanno apprezzato l’incarico dato alla società allo scopo di regolamentare il processo di realizzazione degli impianti per il triennio 2022-2025. Tanto che l’istruttoria ha di fatto sospeso le autorizzazioni per le attuali domande di ampliamento della rete fino a che il nuovo piano non sarà approvato dal Consiglio comunale.
Al fisico Alfio Turco, cofondatore della società Polab, rivolgiamo alcune delle questioni care ai pesaresi.
Come è la distribuzione delle radiazioni elettromagnetiche in città?
"Dall’analisi su tutti i progetti noi non abbiamo nessuna zona in cui ci avviciniamo al limite dei 6volt su metro. Siamo sotto".
Non ci sono concentrazioni di radiazioni anomale in città. Si può stare tranquilli, quindi.
"Sulla base degli impianti autorizzati sì, siamo sotto i limiti stabiliti dalla legge anche in presenza di cositing (pali con più antenne). Anche riguardo a questi ultimi, le emissioni sono risultate contenute. La nostra simulazione è fatta con tutte le tecnologie contemporaneamente attive alla massima potenza".
Se i limiti di legge dovessero aumentare a 15 volt su metro?
"Qualora cambi la normativa è vero da una parte che si potrebbero verificare valori alti, ma la presenza del Piano scongiura questo pericolo".
Quali sono i rischi per la salute a fronte di una esposizione a smog elettromagnetico?
"Secondo lo studio fatto dall’istituto Ramazzini sulle cavie il valore di incidenza dei tumori è attorno a 50 volt per metro".
Perché parla di simulazioni?
"La nostra analisi si basa su simulazioni che tengono conto dei dati certificati dagli operatori nei progetti che hanno ottenuto le autorizzazioni, non delle misure fatte sul campo".
Perché no?
"Il controllo dei valori effettivi spetta all’Arpam. L’agenzia riporta sul suo sito lo stato degli impianti. Il monitoraggio dello stato attuale, cioè verificare se gli impianti emettono emissioni congruenti o meno con quanto è stato autorizzato, a seguito di misurazioni, non è nell’incarico dato a Polab".
A cosa servirà il nuovo Piano antenne?
"Il nuovo Piano regolamenta il processo di realizzazione degli impianti. La delibera di consiglio che approverà la mappa delle possibili localizzazioni vincola gli operatori alla selezione pubblica".
Vincolare?
"In linea di massima sì, dal momento che se l’amministrazione ha una opzione puntuale che tecnicamente risponde alle esigenze dell’operatore, allora questo è obbligato ad andare su quel sito. Altrimenti l’operatore dovrebbe giustificare perché non accetta l’opzione del Comune".
Se non ci fosse il Piano?
"Le antenne sono equiparate dal legislatore a opere di urbanizzazione primaria al pari dei sottoservizi, dell’illuminazione pubblica... La realizzazione degli impianti, non può essere impedita".
Ma può essere gestita...
"Sì. Il piano è uno strumento urbanistico che attraverso una istruttoria tecnica permette al Comune di razionalizzare la distribuzione delle emissioni sul territorio. L’operatore, a fronte di una convergenza di interessi, è portato a rispettare l’opzione dell’amministrazione comunale. In assenza di Piano l’operatore sarebbe legittimato a cercare soluzioni in autonomia anche ricorrendo a siti privati. E il Comune non potrebbe impedirlo".
Prevenire è meglio che curare...
"Sì"
Solidea Vitali Rosati