Tempi stretti e tempi lunghi sul porto. I tempi stretti sono quelli legati alla riapertura del ristorante del Club Nautico "perché nel giro di qualche giorno dovrebbe arrivare la risposta dall’Autorità Portuale su questa vicenda che va avanti da mesi", dice il sindaco. Per il resto della nebulosa portuale occorrerà attendere un prossimo vertice per capire la via di fuga per uscire dalla sabbie mobili dei lavori fatti con l’autorizzazione della Capitaneria di Porto, ma che non vengono riconosciuti, sotto il profilo urbanistico, dall’Aurorità Portuale di Ancona: un discorso tra sordi.
Il primo importante passo ieri mattina in Prefettura, il... campo neutro. Perché dopo il can can sollevato dal sindaco Andrea Biancani che minacciava di arrivare fino a Roma, qualcosa si è mosso. Il presidente dell’Autorità Portuale del medio Adriatico, Vincenzo Garafolo, ha infatti chiesto un incontro di chiarimento con l’amministrazione. E il tavolo è stato organizzato dal prefetto Emanuela Saveria Greco, col sindaco Andrea Biancani, la Capitaneria di Porto e con la presenza dell’ammiraglio regionale e naturalmente di Vincenzo Garafolo. Se si è di fronte ad un disgelo lo si vedrà fra qualche giorno perché l’Autorità portuale ha garantito, dietro sollecitazione anche del Prefetto, una risposta sull’argomento Club Nautico a breve giro di posta. Perché il pasticcio è nato con il cambio di gestione che è avvenuto dopo l’addio del ristoratore Alceo. La nuova gestione ha dovuto presentare la documentazione facendo così emergere che erano stati fatti lavori che non avevano la conformità urbanistica. Stop e tutti a casa.
Biancani è ottimista: "Tutte le autorità presenti all’incontro si sono dimostrate pronte a collaborare. Un grazie particolare va al prefetto che, nello specifico, ha attenzionato gli enti ad un discorso generale sulla situazione del porto. I primi di settembre ci sarà un ulteriore incontro tecnico, coordinato dalla prefettura, con l’obiettivo di inquadrare la soluzione corretta per poter rinnovare le concessione in scadenza che, stando alle condizioni che pone oggi l’Autorità portuale, non possono essere rinnovate. Il rischio è quello di paralizzare un’area strategica della città recando gravi danni alla grande parte delle attività, una quindicina in tutto", conclude il sindaco.
Una situazione per alcuni aspetti paradossale come è capitato per il capannone di 550 metri davanti proprio al Club Nautico è stato assegnato a scadenza di concessione, dopo una regolare gara, al cantiere Navale Rossini per farci una falegnameria di servizio agli yacht ormeggiati al porto. Per adeguare la struttura i tecnici – nel caso specifico l’ingegner Renato Morsiani – hanno chiesto dei permessi ed è risultato che il capannone non era a norma urbanisticamente. Dopo un iter durato un paio di anni i responsabili del Cantiere Navale hanno fatto una mossa per così dire clamorosa: hanno restituito al mittente, e cioè all’Autorità portuale, il capannone. Il tutto dopo aver pagato per due anni regolarmente le quote demaniali e i tecnici per i lavori che sono stati fatti. Un caso emblatico questo, ma non il solo perché sono una quindicina i casi che potrebbero terminare sotto la mannaia della burocrazia e molte concessioni sono in scadenza alla fine dell’anno. Un problema dentro tanti altri problemi perché pare che lo scalo cittadino sia l’unico a non avere stalli di transito, fra l’altro previsti per legge. Tradotto: se una imbarcazione con turisti a bordo volesse fermarsi per visitare la città, non ha la possibilità di farlo proprio perché non ci sono questi ormeggi, per cui le imbarcazioni vengono indirizzate o a Fano oppure a Cattolica.
m.g.