Pesaro, il primario Gnudi: "Ha sputato anche a me. È un inferno"

"Non si può andare avanti così". L’ultima chiamata: "Nessun medico viene più al pronto soccorso e quelli che ci sono fuggono. Aumentate gli stipendi per attrarli"

Da destra, il dottor Umberto Gnudi insieme ad alcuni dei suoi collaboratori

Da destra, il dottor Umberto Gnudi insieme ad alcuni dei suoi collaboratori

Pesaro, 5 novembre 2021 - Dopo l'aggressione che ha scatenato il terrore al pronto soccorso dell'ospedale, parliamo con il dottor Gnudi.

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Che succede al al pronto soccorso di Pesaro? "Stiamo implodendo. Se non cambiano le cose, qui non ci rimane nessuno. Nemmeno io. Andiamo via".

Tutti?

"Siamo rimasti in 23 medici. Dovremmo essere in 37. Provi a domandarsi perché siamo quasi la metà del dovuto, e perché nessuno sembra interessarsi alle sorti del pronto soccorso. La risposta è semplice: qui i giovani non ci vengono, prendono 2500 euro, sputi e botte. Come ho preso anch’io lo sputo di quel ragazzo, per fortuna in un braccio, che ha una malattia importante. Mi hanno detto: perché restare qui? Li capisco, siamo come un vascello dei dannati ignorato da cui fuggire"

Di chi è la colpa? "Sono antiche ma anche recenti. Dico solo quest’ultime: leggo pagine intere sull’interminabile dibattito dei politici su dove costruire il nuovo ospedale e nessuno di quei signori che si interessi di capire chi si prende cura delle persone che vanno al pronto soccorso. Se i medici sono pochi, l’attesa raddoppia e la qualità del servizio si riduce per forza. Qui non si parla di una delibera mal o ben fatta, ma della gente. Significa vita o morte, qualcuno in regione è in grado di capirlo?"

Cosa propone? "Incentivate i giovani medici. Invece di dare loro 2500 euro per la medicina d’urgenza, dategli 4000 euro. Rendete appetibile arrivare qui e conoscere l’inferno. Pagategli come i soldati nelle missioni all’estero pericolose. Se quei soldati avessero preso poco, non ci sarebbero andati. Invece c’era la fila per partire grazie a stipendi adeguati. Nei pronto soccorso deve essere così, altrimenti è finita, si spappola tutto, da qui si fugge".

Lei non può contare su un gruppo di lavoro? "Ce l’avevo ed era di grande qualità, ma si è frantumato perché ognuno di loro mi hanno detto ’me ne vado, qui è solo vita infame’".

Lei ha uno stipendio adeguato? "Dica lei: percepisco 3.400 euro al mese dopo quasi 20 anni, e posso fare solo questo di lavoro. Non ho la libera professione, qui nessuno si arricchisce, lavoriamo in pochi, non abbiamo la possibilità di fare formazione, saltano spesso i riposi, le ferie, non puoi programmare nemmeno un fine settimana. Per questo, i concorsi dei medici e dei dirigenti vanno deserti"

Ha deciso cosa farà? "Rimango almeno fino a gennaio 2022, cioè fino a quando scade il distacco del collega di ruolo. Poi mi guarderò in giro".