Il quarto reich e il desiderio di lunga vita: Magini racconta "Othan", la fantasia reale

Domani alle 18 ai musei civici si presenta l’ultimo libro del medico e scrittore tradotto in tanti Paesi

Un buon libro è quello che non ti accorgi di leggere. Maneggiare pagine e lasciare che esse scorrano senza che sia il dito della mano a muoverle, ma semplicemente il desiderio di scoprire cosa c’è dopo: è un po’ questa la magia della lettura, ispirata da un’altra magia, ovvero la scrittura semplice, ma non banale. Roberto Magini, medico prestato alla scrittura o forse il contrario, riesce benissimo in questo esercizio anche nel suo ultimo libro, "Othan" (Leone editore) che verrà presentato domani alle 18 ai musei civici. Magini ha confermato la sua eccellente e forse innata capacità di innescare il pensiero nella pagina in forma sdrucciola, scevro da ogni anomala congettura, sgravato dalla forma barocca che arrovella. Pagine, le sue, che sono vele sospinte dal vento, ovvero dal desiderio del lettore di leggere e ancora leggere, fino a prendere il largo in acque avventurose, burrascose e placide. Magini è diventato un caso letterario, se è vero che è arrivato al suo terzo libro e che il suo primo ("Il mondo di sopra") è diffuso in tutti i Paesi di lingua spagnola, oltre che in Inghilterra e Scandinavia. Scrive nella sua casa di campagna a Roncaglia, al ritmo del passo felpato dei suoi gatti, con la stessa leggiadra leggerezza, dando sfogo alla sua fervida e vergine fantasia. Pare di leggere, anche in quest’ultima opera, il bambino che è in lui e in noi e che ognuno porta dentro pur crescendo negli anni, carico delle sue suggestioni, delle sue paure, dei suoi sogni, di quell’invincibile desiderio di amore, dell’amore vero. Anche in "Othan" c’è il battito ardente dell’avversione per potenti e prepotenti e dell’ammirazione per i giusti e perchè la giustizia, possibilmente amorevole, trionfi. Potremmo definire questo libro una fiaba moderna nutrita di fantasia reale. Fondata cioé su vicende che ci appartengono come l’odio di razza mai sopito, i ghiacci che si sciolgono e con essi le nostre certezze, l’anelito alla fuga, la ricerca dell’amore al di là e attraverso l’erotismo che è uno dei motori pulsanti dell’uomo e della donna e che se vissuto l’uno per l’altro, scevro da illusioni copulanti, può trionfare come avviene qui. Il romanzo immagina l’avvento del quarto Reich tra i deliri di Himmler e un piano diabolico: carpire il segreto della longevità ad una misteriosa popolazione che vive sotto la calotta di ghiaccio di un’altrettanto misteriosa destinazione nordica. Nel mezzo ci stanno gli "Incontaminati" (e chi vorrebbe non esserlo oggi) vittime dei nazisti e carnefici di una schiera di schiavi dentro alla quale cascano anche i protagonisti, Carlo, chiaramente l’autore, e il suo amico d’infanzia. Ed è qui che comincia l’avventura che potrete assaporare domani ai musei civici, dove l’autore misterioso che nutre la fantasia di milioni di lettori di tutto il mondo, proverà a sussurrare ai pesaresi che si può sognare, ma sempre ad occhi aperti, perché il mondo di Othan, in fondo, non è poi così distante o diverso dal nostro.

Davide Eusebi