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Il “Ritorno“ estetico-sentimentale di Pilar Dolz nella sua Urbino

Nella Casa Natale di Raffaello una mostra promossa dall’Ambasciata di Spagna. L’autrice studiò nella città ducale.

Il “Ritorno“ estetico-sentimentale di Pilar Dolz nella sua Urbino

Uno studio di un’artista con tante incisioni stampate e appese al muro senza cornice, racconto di una carriera ormai pluridecennale che muove i passi da Urbino alla Spagna. Questa è l’impressione intima e semplice, e per questo diretta e sentita, che si ha visitando la mostra di Pilar Dolz, inaugurata ieri alla Casa Natale di Raffaello e visitabile a ingresso libero fino al 26 novembre.

“Ritorno“ è il titolo dell’esposizione, un ritorno inteso in duplice senso: "Non solo perché la Dolz – spiega il presidente dell’Accademia Raffaello Luigi Bravi – si è formata a Urbino e quindi è una città che ben conosce, ma il ritorno è anche in senso figurato: una restituzione, un tributo che lei fa ai suoi maestri urbinati". L’esposizione si divide in tre sezioni: una dedicata ai suoi maestri urbinati (Renato Bruscaglia, Pietro Sanchini, Carlo Ceci), con incisioni tradizionali dal sapore urbinate, tra cui diverse realizzate proprio durante il periodo di formazione a Urbino negli anni ’70; la seconda, colorata tenuamente, è dedicata ai muri a secco: un elemento comune della tradizione mediterranea, che ricordano sia la sua città d’origine, Castellò, vicino a Valencia, sia una Italia rurale; infine una serie di suggestioni floreali e vegetali, più saturate e cariche di colore, realizzate con una tecnica incisoria in cui il colore è componente fondamentale dell’opera finale.

"Quella di Pilar Dolz – prosegue Bravi, curatore assieme a Alfredo Llopico – è una incisione dove il segno passa quasi in secondo piano rispetto al colore. Questo non impedisce che siano presenti delle incisioni piccole e in bianco e nero con canne di fosso e vegetali chiaramente ripresi dalle colline urbinati. Inoltre alcune opere sono affiancate in serie, formando un gruppo di disegni senza bordo in cui all’occhio ciò che rimane è un curioso effetto texture".

Pilar Dolz, nella vita anche gallerista, oltre che artista lei stessa, è ritornata a Urbino tramite l’ambasciata di Spagna in Italia, che cercava uno spazio espositivo a Urbino. L’Accademia Raffaello ha quindi risposto con entusiasmo alla loro ricerca prestando gli spazi della Bottega di Giovanni Santi, già da molti anni luogo ospite di mostre di incisioni. L’esposizione è dunque interamente sostenuta dalla Fondazione Caixa Castelló, ed è in collaborazione con la Galleria Nazionale delle Marche e l’Ufficio Cultura e Scienze dell’Ambasciata di Spagna in Italia. Per apprezzare l’incisione al meglio, l’autrice non ha voluto incorniciare e mettere le opere sottovetro, ma sostenerle tramite dei magneti che davanti appaiono solo come dei piccoli tondini, dando quasi l’impressione di un lavoro appena fatto e appeso per essere ammirato per la prima volta dall’autrice stessa e dagli amici.

Giovanni Volponi