Il sapore dello studiolo ducale

Alessandra Ubaldi e Daniela Storoni hanno ricreato la “colatione“ rinascimentale

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In un ordito intessuto di un turchino che rimanda ad echi pierfrancescani e che le mani sapienti di Alessandra hanno saputo trarre da foglie rigogliose di guado, si dipana una raffinata matinée gastronomica allestita dall’esperientia di Daniela, novella Ebe che dispensa sulla tavola imbandita i copiosi frutti di una cucina rinascimentale opportunamente rivisitata. Non è facile oggi riempire le intercapedini temporali di uno spazio del vivere inverosimilmente gremito, con gesti che destino l’attenzione di un pubblico smemorato. Ammirevole, dunque, l’operazione condotta in sintonia da Alessandra Ubaldi e Daniela Storoni, muse di un nuovo concetto di turismo culturale che salda aspetti apparentemente estranei. Tutto nasce in quello Studiolo del Duca, autentica forgerie da cui prende avvio un itinerario che i visitatori, assistiti da una guida, proseguono nella visione di quei turchini che brillano nei dipinti del Palazzo, per terminare nei sotterranei, in cui schiere di scalchi e di cuochi mettevano in scena un tempo le vivande del Principe.

La mappa predisposta prevede che poi i turisti, nella vicina e suggestiva cantina cinquecentesca di via Santa Chiara, possano degustare la colatione di Daniela con i suoi prodotti di “Rinascimento a tavola“, mostazzoli, tortelletti e zuccarini della Duchessa, oltre all’herbolata, composta con erbe spontanee di stagione. Alessandra, nel frattempo, rivelerà la magìa di quel pigmento naturale, il guado, così prezioso nel Ducato di Urbino, in un singolare connubio di savori e saperi, eredità di una cultura materiale di cui si nutriva il Montefeltro nel Rinascimento.

Giorgio Nonni