Sesso spiegato tra i banchi di scuola. Il sessuologo fanese, Alberto Carbonari e la psicologa pesarese, Elena Rossini sono gli autori di un corso, in tre lezioni, sulla sessualità destinato agli studenti. Il progetto è tra quelli che piacerebbe a Papa Francesco, il quale proprio in questi giorni, parlando ad un gruppo di adolescenti, ha definito il sesso “tra le cose belle che Dio ha dato alla persona umana“ e messo in guardia sulla pornografia. Musica per le orecchie di Carbonari e Rossini, soddisfatti per l’opportunità di andare al liceo Marconi, all’agrario Cecchi e all’alberghiero Santa Marta: è importante che il sesso, tra gli adolescenti, non sia più un tabù. "Il corso ha avuto un gran successo tra i ragazzi – conferma Mauro Ciaschini, insegnante all’alberghiero –. Anche altre classi vorrebbero incontrare gli esperti. L’aspetto della sessualità è attuale perché oggi la pressione mediatica è assolutamente inedita rispetto ad epoche passate. C’è poca trasparenza e i messaggi che vengono dall’esterno non rispondono alle reali esigenze dei ragazzi".
Del consenso non sono sorpresi né Carbonari e nemmeno Elena Rossini. "C’è un grande bisogno di affrontare l’argomento con i giovani, invece la nave scuola oggi è “Pornhub“. La mancanza di educazione sessuale lascia il campo alla pornografia. Accade che a 11 anni un ragazzino sappia tutto sulla meccanica, o meglio crede di sapere tutto dopo una scorpacciata di video hard disponibili on line. Ma non è così, dal momento che la pornografia è finzione". Una studentessa, una volta, ha raccontato di non riuscire ad avere un rapporto sereno perché temeva di non reggere il confronto con le performance delle attrici viste in qualche video".
"Emerge che il sesso sia visto come prestazione, qualcosa che si debba fare e non vivere– dice Elena Rossini –. Pare si debba fare bene, presto e che poco abbia che fare con le emozioni. E’ questo l’elemento più pericoloso: la sessualità è legata ai sentimenti". Oggi, le statistiche dicono che il primo rapporto si ha a 14 anni. "Sì. Tanto che l’intimità – dice Elena Rossini – è prima fisica e poi emotiva". Ma non sempre. "Alla prima lezione entro in classe e chiedo di scrivere, in foglietti anonimi, qualsiasi dubbio o curiosità rispetto al sesso – dice Carbonari –. Sono rimasto spiazzato quando uno degli adolescenti mi ha chiesto perché, dopo che si fa sesso non ci si guarda negli occhi". Insomma dentro i ragazzi si muove il mondo e lasciare campo libero alla pornografia, quale strumento di apprendimento, è sbagliato e molto rischioso. "La pornografia è intrattenimento: macina stereotipi ed è irrealistica. Vende l’immagine – dice Carbonari – di donne sempre vogliose che appena le tocchi impazziscono. Tutto questo è fuorviante perché è chiaro che la realtà non è un film. Ma se è vero che davanti alla storia di Iron Man lo spettatore, alla fine della visione, non pensa di poter volare non è altrettanto critico davanti ad un video hard: se il giovane lo prende come un tutorial, ecco che la questione diventa molto complicata".
Quali sono le complicazioni? "Ansie da prestazioni, complessi di non essere all’altezza emergono dal confronto in classe" spiega Elena Rossini "ed è dimostrato – continua Carbonari – nell’indagine recentissima del Cis, il Centro italiano di sessuologia che nel 28% degli adolescenti intervistati, di età compresa tra i 14 anni e i 18 anni la pornografia generi frustrazione e vergogna del proprio corpo". Almeno il 13,5% di chi ha tra i 14 anni e i 18 anni prende il video porno per apprendimento. L’età è precoce: già a dieci anni, sia maschi che femmine, ne hanno visto almeno uno".