
Amara sorpresa per chi sale sul San Bartolo. Il proprietario: "Chi si avventura lo fa a proprio rischio e pericolo"
Per i pesaresi "il tetto del mondo" è sul San Bartolo. Il valore paesaggistico di questo appezzamento di terreno, grande un paio di ettari nella parte centrale del monte, dotato di un orizzonte a perdita d’occhio nel blu a strabiombo sul mare, è tale che "il cor non si spaura" al pari del colle che Leopardi canta dell’Infinito. Difficile contraddire un pesarese su questo, perché "il tetto del mondo" è un luogo mitizzato dai ricordi, presente a pieno titolo nei vecchi album di famiglia come nelle più caotiche memorie dei telefonini, sovraccariche di selfies, scattati ora al tramonto, ora in pausa dalla camminata per sentieri.
Ebbene un cartello di proprietà privata, di cui la gente si è accorta dall’oggi al domani, sta inibendo l’accesso al "tetto del mondo" sul San Bartolo. Le guide escursionistiche – abituate ad inserire il "tetto del mondo“nei percorsi – da un mese circa evitano di passare per il tetto del monte. Al Parco San Bartolo diverse guide hanno telefonato per chiedere informazioni a riguardo: "Molti ignoravano che il tetto del mondo fosse un’area privata – spiegano negli uffici –: ora che la cosa è manifesta le guide chiamano per informarsi su cosa sia lecito fare. Molti temono infatti che l’assicurazione sugli infortuni possa non rispondere dei danni. Guide e associazioni di camminatori chiamano per sapere se è lecito passare o se si debba rispettare il divieto".
L’ente Parco San Bartolo non può sostituirsi al privato nella legittima disponibilità del bene, per cui non è dall’ente che arriva la risposta al problema posto dalle guide. Una questione simile nota alle associazioni di ciclisti. Quando i sentieri per le bicilette attraversano appezzamenti privati, il proprietario che non apprezza l’invasione di campo, posiziona spunzoni taglienti che rovinano le ruote e quindi, alla lunga, il passaggio è inibito. Il Parco San Bartolo, nel 90% dei casi, è di proprietà privata, quindi il tema c’è. Abbiamo chiesto al presidente dell’ente Parco San Bartolo, Silvano Leva, se è al corrente della questione. "Stiamo parlando del tetto del mondo ossia l’area più iconica e spettacolare del parco – dice, senza voler aggiungere altro –. Considerata la delicatezza della zona abbiamo chiesto al tecnico della Provincia che collabora con noi di fare tutte le verifiche necessarie per poter dare un parere obiettivo e consapevole".
In particolare Leva fa riferimento all’obbligo che il Parco San Bartolo ha di esprimere il proprio parere vincolante nell’ambito della Conferenza di servizi che avrà al centro della valutazione degli enti pubblici preposti, il progetto di ristrutturazione dell’ex “Capannina del marinaio“, antica osteria abbarbicata sul versante molto suggestivo del San Bartolo, abbandonata da anni, dopo la chiusura dovuta a problemi di dissesto idrogeologico dell’area. Da tempo, la ditta Patti Corporation ha acquistato l’immobile con l’intenzione di realizzare un ristorantino con servizio di affittacamere. L’anno scorso ha acqusito dal vecchio proprietario, “il tetto del mondo“: questi mai ha inibito il passaggio ai tanti escursionisti frequentanti la zona. Abbiamo cercato l’attuale proprietario, Daniele Patti, apprezzato ristoratore dello Scudiero per chiedergli se il tetto del mondo continuerà ad essere un luogo aperto al pubblico. "Sono il nuovo proprietario e voglio prendermi cura del Tetto del mondo, non voglio certo vietare che la gente ci passi. Ma in questo momento non è in sicurezza: ho messo il cartello per informare che chi si avventura lo fa a proprio rischio e pericolo".
Solidea Vitali Rosati