(...) Ma soprattutto la sua posizione è chiara, netta, senza sfumature: tra il bianco e il nero ha scelto il bianco senza cavarsela con il grigio, che per alcuni è stato un comodo rifugio. Ha citato un passo del Laudate Deum di Papa Francesco, che sembra sia stato scritto appositamente per Marche Multiservizi e per l’ultranovantenne sammarinese suo socio nell’avventura della discarica: "Quando si pensa di avviare un progetto con forte impatto ambientale – recita il testo – gli abitanti della zona vengono illusi parlando del progresso locale che si potrà generare o delle opportunità economiche, occupazionali e di promozione umana che questo comporterà per i loro figli. Ma in realtà manca un vero interesse per il futuro di queste persone". Perfetto per Riceci, appunto.
Il vescovo ha anche citato San Francesco e il Cantico delle creature, che per gente avvezza a mettere in cima a tutto utili e dividendi è come tirare fuori dagli armadi inutili ferri vecchi. È un confronto su piani così diversi che fa sorridere: la difesa del Creato citata dal vescovo contro la difesa del margine operativo lordo di Mauro Tiviroli (amministratore di Marche Multiservizi) e Ambrogio Rossini, l’ultranovantenne di cui sopra in cerca dell’eternità dei patrimoni; il Cantico delle creature come stella polare contro l’Ebitda (si legge con l’accento sulla “a“; per chi non lo sapesse, è un’altra importante voce di bilancio), il rischio della decadenza etica contro il terrore della decadenza dei dividendi. Pensate se a citare il Cantico delle creature e San Francesco fosse stato un rappresentante dei comitati anti discarica: l’avrebbero preso per matto e sarebbero andati avanti con Mol, Ebitda e dividendi. E invece li ha citati il vescovo, il più titolato a farlo, e questo costringe Tiviroli a tenerne conto nel gioco degli equilibrismi che, da amministratore di una società a maggioranza pubblica, è costretto a fare. E magari un pensierino ce lo farà anche l’ultranovantenne di San Marino, riflettendo sull’eternità non solo dei patrimoni.
E allora facciamo uno strappo alla regola e diciamolo: "Che Dio benedica il vescovo".
r. f.