Don Giovanni , il parroco storico di Cristo Re. ricordando la figura di Ilaro Barbanti, in una chiesa gremita, ad un certo punto, nel finale della predica, ha detto: "Un uomo che si è sempre speso molto per la parrocchia, sempre molto presente e attivo, ma anche un uomo che non si faceva mettere i piedi sopra la testa".
Insomma il ‘capobranco’ era uno che si faceva sentire quando era necessario. E sotto questo aspetto anche l’ex sindaco Luca Cariscioli va a riprendere i fotogrammi di uno dei momenti più bui dello sport pesarese, il fallimento della Vuelle con la presidenza Amadio: "Ilaro lo voleva menare...". In chiesa anche il mondo del calcio perché Ilaro Barbanti era poliedrico, in quanto aveva giocato stopper nel Gallo in prima categoria "ed era anche tosto perché aveva un bel fisico", ricorda Rolando Ferri. Poi altre foto che lo ritraggono nelle giovanile della Vis.
Era tante cose e tanti mondi Barbanti perché la chiesa di Cristo Re era piena, un viaggio trasversale all’interno della città. In chiesa sia Oriano Giovanelli, oltre a Luca Ceriscioli i due sindaci con cui Ilaro era stato il loro vice, quindi Matteo Ricci con la fascia tricolore con al fianco il presidente del consiglio comunale Marco Perugini e quindi il consigliere regionale Andrea Biancani. Medici amici di quando era all’ospedale nel centro analisi del San Salvatore, motociclisti, rappresentanti del Rotary dove era entrato oltre trent’anni fa, avvocati, notai e industriali. Tanti amici di sempre oltre a quel variegato delta della politica che è stata la Democrazia Cristiana, partito nel quale aveva preso le mosse Barbanti iniziando la sua carriera politica.
Perché se è vero che c’erano molti esponenti della sinistra è altresì vero che in questo ultimo saluto diversi anche i volti del centrodestra come il consigliere regionale Nicola Baiocchi di Fratelli d’Italia che era in compagnia del segretario provinciale Giorgio Mochi, quindi l’esponente della Lega Dario Andreolli e da Fano è arrivato anche Claudio Renato Minardi, esponente del Pd, ma anche lui di matrice democristiana "perché eravamo – dice – tutti nella segreteria provinciale partendo dalla Dc fino ad arrivare al Partito Popolare e quindi nella Margherita. Una conoscenza e una amicizia antica".
In prima fila la moglie di Ilaro, Tiziana con i due figli Giuseppe e Ludovica con tutto il ramo delle parentele quindi anche la famiglia di Paolo Pazzi con Mariangela Montanari, i consuoceri.
Una grande platea ma forse l’angolo più particolare di Ilaro Barbanti lo ha messo in luce il parroco di Cristo Re, don Giuvanni che ha ricordato la famiglia ed i valori che ha saputo trasmettergli. Quindi la sua fede perché veniva sempre a messa la domenica. Ma non solo questo "perché è stato sempre presente nei momenti di bisogno della parrocchia ed è stato sempre attivo e collaborativo", ha ricordato il sacerdote. Ricordando anche un particolare che solo i parrocchiani di Cristo Re sanno e cioè che Ilaro Barbanti faceva parte del coro della chiesa.
Grande commozione, prima che la bara partisse per l’ultimo viaggio, quando sul pulpito è salita la figlia Ludovica che ha tratteggiato tra le lacrime la figura del padre. Ha concluso con un "Ciao papà" ed ha lanciato un bacio.
Un partecipato addio quello che la città ha dato ad Ilaro Barbanti, uomo dalle mille sfaccettature e con il sorriso in bocca e che ha lasciato un segno con le battaglie politiche perchè come ha ricordato Alessandro Bettini ex consigliere comunale ed anche in contrapposizione su alcune temi "era sicuramente un uomo che amava la sua città".
m.g.