ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

In Italia con il barcone: "E ora dove andiamo?"

La storia dei due magrebini allontanati ieri dalle forze dell’ordine. Uno è invalido e l’altro richiedente asilo: "Siamo senza un tetto"

In Italia con il barcone: "E ora dove andiamo?"

Pesaro, 5 giugno 2025 – "Dalla Tunisia a Mazara del Vallo con un barcone di 6 metri. A bordo eravamo 24 persone tra cui bambini e donne. Un viaggio di 12 ore costato 2mila euro, tutto ciò che avevo". E’ il racconto di Khairi Nouri, uno dei due giovani tunisini denunciati ieri per l’occupazione abusiva dell’ex studio odontotecnico di via Gavardini. Khairi è arrivato in Italia 10 mesi fa. Da Mazara del Vallo ha poi risalito la penisola fino a Pesaro, dove per un periodo ha trovato lavoro come operaio.

Khairi Nouri e, dietro di lui, Amine Mansouri
Khairi Nouri e, dietro di lui, Amine Mansouri

"Ho fatto la richiesta dell’asilo politico e sono in attesa del mio documento – racconta –. Qui non ho mai avuto problemi, mai una denuncia. Mi sono sempre comportato bene. In questa ‘casa’ avevo trovato un posto per dormire e un riparo. Ora non so dove andare, non ho soldi per pagarmi una stanza. Forse stasera dormirò al mare. Ora stiamo preparando le nostre cose per andarcene da qui entro le 19".

Insieme a lui, come compagno di stanza, c’era anche Amine Mansouri. La sua situazione è diversa perché è invalido. Ce lo dice mostrandoci la mano destra, a cui mancano alcune dita. "Ho fatto una richiesta di invalidità – racconta –, sto aspettando di sapere se verrà accettata. Io sono in Italia da 2 anni. Dalla Tunisia sono andato in Germania ma poi ho scelto l’Italia e Pesaro per cercare una nuova occasione. Non ho soldi e sono in difficoltà, vorrei che raccontare la mia storia potesse aiutarmi a trovare una sistemazione visto che questo posto lo stiamo per lasciare. Qui, in fondo, non davamo fastidio a nessuno. Ci appoggiavamo alla Caritas per lavarci e a volte mangiare".

L’episodio riaccende i riflettori sul problema abitativo che attraversa anche la città di Pesaro, dove l’assenza di soluzioni per chi è in difficoltà si intreccia con il fenomeno crescente delle occupazioni di immobili dismessi. Un problema che coinvolge persone ai margini, prive di un’alternativa concreta. Ciò che rende il caso ancora più simbolico è che i locali occupati si trovano proprio accanto all’ufficio Anagrafe. Un contrasto evidente: da un lato lo Stato che registra, dall’altro due ragazzi che vivono invisibili, in un ex studio odontotecnico trasformato in una casa-tugurio senza alcun riconoscimento formale. Le forze dell’ordine proseguiranno con ulteriori controlli sugli immobili abbandonati, in particolare in centro, sempre più esposto a situazioni simili, tra degrado e fragilità sociale.

Antonella Marchionni