
Nello spazio Picca Arte Contemporanea, a Pesaro, in via Diaz 18, si inaugura domani alle 18, la mostra “La luna splendente. Il sole che splende. E la luna che imbruna“ di Massimiliano Fabbri a cura di Giuseppe Tomasello ed Elisa Di Domenicantonio. Le pitture e i disegni che Fabbri presenterà in mostra, rappresentano una sorta di dono, di preghiera alla madre, alla quale è dedicato l’intero lavoro composto da tre serie diverse. Il titolo prende spunto da un biglietto ritrovato in un grembiule di scuola che riportava quella frase scritta da una bambina con un pennarello viola. Entrati nella casa-studio dell’artista, nella penombra estiva, seduta al tavolo c’è lei. Il suo volto è altrove, illuminato dalla sua chioma bianca e dalla sua espressione angelica. Non ci guarda, perché lei non può più guardare, il suo sguardo è fisso, ma la sua presenza in quella stanza è magica. Muri ricoperti di quadri, disegni a matita sdraiati a terra dentro grandi cartelline, una serie di lavori che ci riportano spesso alla sua figura.
L’artista attraverso i molteplici ritratti intesse un dialogo intimo con la madre, ne osserva i gesti e li immortala, attraverso la pittura e il disegno entra in contatto con la sua “realtà“. E’ la pittura stessa, con una gestualità informale e a tratti volutamente sfocata a riportarci in un continuo passaggio tra presenza e assenza. Nell’ opera La luna splendente. Il sole che splende. E la luna che imbruna, Fabbri la ritrae nella sua nudità, con linee e ombre di un blu vivido, che ne esaltano maggiormente le forme, che appaiono come immerse nell’acqua, fluide e deformate. Gabriella rappresenta la madre di tutte le madri, sta seduta in bilico su un letto bianco, maestosa come su un trono, mentre con la mano sinistra impugna uno scettro di fiori e foglie che, come racconta l’artista, quasi ogni giorno raccoglieva in giardino per creare delle composizioni.
l. d.