In scena ’Il cuore, la milza, il lago’ Un lavoro che nasce dall’esperienza

Appuntamento con il teatro questa sera (ore 21) al Tiberini di San Lorenzo . L’autrice è Iris Basilicata

In scena ’Il cuore, la milza, il lago’  Un lavoro che nasce dall’esperienza

In scena ’Il cuore, la milza, il lago’ Un lavoro che nasce dall’esperienza

Appuntamento con il teatro questa sera (ore 21), al Teatro Tiberini di San Lorenzo con Il cuore, la milza, il lago di Chronos 3, un lavoro che nasce dall’esperienza vissuta dall’autrice Iris Basilicata, in scena accanto a Edoardo Rivoira nell’ambito della rassegna di Amat Teatroltre. Il cuore, la milza, il lago nasce da una esperienza che l’autrice ha vissuto in prima persona e che negli anni è riuscita ad elaborare sotto forma di vari racconti brevi e poesie per poi arrivare a comporne la struttura drammaturgica. Nel novembre del 2020 Iris Basilicata ha portato a compimento il testo.

"Una cosa che nessuno dice probabilmente per vergogna è che dopo la morte di un figlio la madre è incazzata con lui. Arrivi addirittura a detestarlo, è un sentimento immediato che ti si innesta dentro oltre al perenne senso di colpa. La prima cosa che ti esce fuori e che nessuno dice e che mai dirà apertamente è che odi tuo figlio perché ti ha rovinato la vita". Queste sono le parole che una persona molto vicina all’autrice le ha confidato dopo aver perso la sua bambina. Il terreno del non detto è sempre un qualcosa di fertile e per questo Il cuore, la milza, il lago prova ad indagare questo ed altri sentimenti contrastanti che emergono dopo una perdita così grande. Giovanni, figlio ventenne di Lucia è morto annegato mentre nuotava in un lago durante una vacanza con gli amici. Nella vicenda i due si ritrovano in un improbabile dialogo in cui comprendono che la vita offre sempre una seconda possibilità per potersi ancora vivere. O forse no. Dopo la perdita di un figlio cosa succede? È un figlio quello che dà veramente nome alla nostra esistenza? Se lo chiede Lucia, madre in là con gli anni ma ancora luminosa, che riempie dolcemente il vuoto della sua casa con un acquario di pesci ma senza all’interno alcun animale, sperando forse un giorno di ritrovarci dentro il figlio nuotare felice come alcuni attimi prima di andarsene.