Incidente Pesaro, schianto frontale in auto, muore a 48 anni

La testimonianza del superstite Claudio Isabettini: "L’ho visto piombarmi addosso". È successo lungo la strada per Caminate. La vittima è Massimo Pastore, papà di un bimbo di 9 anni

La Polizia locale, i vigili del fuoco e il 118 a Caminate

La Polizia locale, i vigili del fuoco e il 118 a Caminate

Pesaro, 26 agosto 2021 - "Sono tutto ‘rotto’ , ma fortunatamente sono vivo. E questo è il più bel regalo di compleanno che la vita potesse farmi". Così ha risposto ieri pomeriggio al telefono il 63enne fanese Claudio Isabettini, dal suo letto di ospedale, a poche ore dal terribile schianto che lo ha visto coinvolto intorno alle 13 lungo la strada per Caminate. Il giorno prima del suo compleanno. Uno schianto frontale tra la sua Panda nera e una Citroen C1, che è stato invece fatale per il 48enne Massimo Pastore, papà di un bimbo di 9 anni che ora ne piange la scomparsa. "Andavo a casa - ha raccontato parlando quasi per monosillabi Isabettini, molto noto in città non solo per essere il titolare della carrozzeria Isacar ma anche perché organizza da anni i Raduni delle Fiat 500 che spesso colorano le piazze e le vie di Fano -. Ero sulla mia corsia. La strada è molto stretta. In quel punto a destra c’è la siepe. Mi sono trovato la macchina contromano. Nessuno dei due ha frenato. Io salivo e lui scendeva. Ho sentito la botta e ho visto quando l’hanno tirato fuori dalla macchina... ma era già morto". Lui invece, immediatamente condotto al Pronto Soccorso di Pesaro, è stato miracolato. "Fortunatamente, a parte il piede che mi fa molto male, nel bacino non c’è nulla di rotto. Solo all’avambraccio ho una frattura scomposta". Si sente un miracolato, per la seconda volta. E lancia un appello per l’utilizzo delle cinture di sicurezza. "Io avevo la cintura, altrimenti a quest’ora non so se lo raccontavo. Indossatela sempre". Poi la sua mente ripercorre i momenti più drammatici, quelli immediatamente successivi allo scontro. "Ho visto mentre l’hanno tirato fuori. Che gli facevano il massaggio. Io non riuscivo a provare niente, come dopo la botta. Solo prima, d’istinto, dopo la botta ho tenuto il volante ed ho tentato di andare verso destra, sulla siepe. Ho visto lui che leggermente girava verso sinistra. Forse gli è partita la macchina perché più avanti c’era un po’ di fango… io mi sono solo visto arrivare questa macchina addosso". E’ rimasto sempre vigile. "Ho provato il vuoto. Come prima cosa dopo la botta tremenda ho cercato di respirare. Perchè non respiravo. I finestrini erano chiusi e dentro c’era una grande fumara perchè sono esplosi gli airbag. Ho chiamato subito mia moglie. Abitiamo ad un chilometro. Come è arrivata mia moglie è andata a vedere di là e ha visto che lui non si muoveva". Uno choc che riporta alla memoria altri traumi: "Questo è il secondo incidente frontale che faccio. L’altra volta ho rotto l’ulna perché la macchina era più piccola. Questa volta invece la botta è stata esagerata". Abitavano a pochi chilometri di distanza Claudio e Massimo. Ma i loro destini non si erano mai incrociati fino a ieri. Uno saliva verso casa, l’altro scendeva per andare chissà dove. Era nato a Napoli Massimo Pastore, di professione falegname, ma da anni abitava qui da noi. Prima a Fano poi a Piagge ed ora nell’ex comune di San Costanzo. La sua gioia più grande era il figlio Christian, avuto all’età di 40 anni. "Io non lo conoscevo - conclude Isabettini - e non l’ho visto. L’ha visto mio figlio. Mi ha detto che era giovane, poverino. I soccorsi li ha chiamati la signora che abita a 30 metri da lì. Ha sentito una specie di ’bomba’ ed è corsa fuori. Avevano chiamato anche l’elicottero nella speranza di rianimarlo. I vigili del fuoco e il 118 ha fatto di tutto…. A me è andata bene".