di Elisabetta Rossi
Aveva detto di essersi bevuta quattro bicchieri di vodka dopo l’incidente con l’auto. Come "analgesico per non sentire il dolore della botta al naso". E forse doveva avere anche funzionato, visto che il test aveva rilevato un tasso di ben 1,60 di alcol in corpo. Di sicuro, quel pieno di liquore l’aveva fatta finire a processo per guida in stato di ebbrezza, facendole rischiare sanzioni pesanti come arresto, revoca della patente e confisca del mezzo. Rischio scampato.
Ieri infatti il giudice Massimiliano Ricci ha assolto l’imputata, una cameriera pesarese di 24 anni (perché non è stata raggiunta la prova che il fatto sussista). Secondo l’accusa, la giovane aveva bevuto prima di mettersi alla guida e non dopo. Ma lei ha sempre ribadito la sua versione. E ad avvalorarla sono state anche le dichiarazioni di alcuni testimoni. Ma torniamo a quella sera. La cameriera finisce il suo turno di lavoro. Esce dal ristorante e sale in auto. La sua abitazione dista 500 metri dal locale. A un certo punto, nell’affrontare una curva, perde il controllo e va a sbattere contro un’auto e una moto parcheggiate. Nell’impatto, sbatte il naso sul volante. Le esce il sangue. Intanto arrivano 118 e polizia. Le fanno quello che si chiama un precursore, ovvero il test del soffio che non specifica il tasso alcolemico ma che indica se un soggetto è potenzialmente in stato di ebbrezza. E l’esito sulla donna è positivo. Lei intanto torna a casa. Il dolore del trauma al naso è forte e, come sostiene, non aveva anti dolorifici. Per lenire il male, beve quella vodka. Nella sua abitazione, poco dopo, si presentano i sanitari dell’ambulanza e gli agenti. E proprio i sanitari hanno detto in aula di aver trovato la bottiglia sul tavolo e che la donna aveva riferito di aver appena bevuto. Le fanno l’etilometro e il responso parla chiaro: 1,60, un tasso "fuorilegge".
L’accertamento viene eseguito a distanza di circa due ore dall’incidente. I difensori dell’imputata, gli avvocati Gianluca Sanchini, penalista del foro di Urbino, e Giacomo Carletti, hanno ribadito che la loro assistita ha bevuto la vodka dopo lo schianto. Ieri il pm Giusi Aluigi aveva chiesto la condanna a 4 mesi di arresto, 2mila euro di multa, revoca della patente e confisca dell’auto. Ma per il giudice non è stato dimostrato in modo certo che l’imputata si fosse messa al volante ubriaca. Assolta.