Incidente pullman in A14, morta mamma ucraina. "Ora aiutiamo i figli di Tatiana"

Marcella, volontaria di Casa Fiducia di Pesaro: "L’ aspettavamo al casello, poi la tragedia. Il papà che combatte in Ucraina è stato avvisato". Erminia Borzì, che accoglierà i familiari della donna: "Il Comune aiuti le famiglie pesaresi che ospitano a pagare le utenze"

Pesaro, 15 marzo 2022 - L’ultima telefonata di Tatiana Mujlan ai volontari e alla zia che li aspettavano a Pesaro nell’apparamento di via De Gasperi, è arrivata all’alba di domenica: "Tra un’ora siamo al casello di Pesaro, venite a prenderci", aveva detto la 32enne ucraina in fuga dalla guerra assieme ai suoi due figlioletti.

Ma al casello di Pesaro il pullman che li trasportava non è mai arrivato: "Li abbiamo aspettati allo svincolo – racconta Marcella, una delle volontarie pesaresi – ma non vedendoli arrivare abbiamo telefonato per avere notizie. Ci hanno risposto che il pullman aveva avuto un incidente a Forlì e che tutti i passeggeri erano all’ospedale di Cesena. Più tardi abbiamo saputo che Tatiana era morta".

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Lei era una delle sette persone che dovevano essere ospitate a Pesaro grazie al grande cuore di Erminia Borzì che per fare posto ai fuggiaschi aveva liberato il suo appartamento di via De Gasperi, proprio sopra l’autoscola Bassani, andando ad abitare dalla mamma. "Un gesto straordinario, addirittura Erminia e sua mamma avevano riempito il frigo di cibi più vari. Ci è sembrato un miracolo quello che stava per accadere, poi abbiamo saputo della tragedia", aggiunge Marcella, una delle volontarie pesaresi di "Casa Fiducia".

Una tragedia nella tragedia. Tatiana infatti era la mamma di due bambini che viaggiavano sul pullman, di 10 e 5 anni, che avevano lasciato il papà in Ucraina a combattere. Proprio ill marito di Tatiana ieri è stato avvisato della tragica fine di sua moglie: "Gli uomini non possono uscire dall’Ucraina – spiega Marcella – abbiamo mandato il certificato di morte all’ambasciata chiedendo di fare arrivare in Italia il papà, i bambini hanno bisogno di loro".

L’altra vicenda penosa è quella dei funerali: i parenti vorrebbero riportare Tatiana in Ucraina ma Leopoli, la città da cui veniva il gruppo, è a rischio. La famiglia di Tatiana (la nonna, la mamma e la sorella con un bimbo) avrebbe dovuto raggiungere Pesaro con lei, ma non c’erano posti, ceduti a lei e ai figli.

Partiranno dall’Ucraina oggi e dovrebbero arrivare a giorni. Tutti saranno ospitati nell’appartamento di Erminia Borzì: "Ho saputo – dice Erminia – della tragedia, non faremo mancare il nostro supporto a questa gente e li aspettiamo a braccia aperte, ma ci aspettiamo dal Comune un aiuto economico vero e che ci stiano vicini. Ieri è stata respinta la mozione dei consiglieri Gambini e Marchionni (che ha chiesto contributi per il funerale a Pesaro ndr) perché arrivino aiuti concreti alle famiglie pesaresi che aprono le loro case ai profughi, e mi riferisco ad esempio a un sostegno per le utenze. Non chiediamo denaro per noi, ma per questa povera gente che arriva, perché nessuno di noi può farsi carico a tempo indeterminato. In Romagna questo è in essere, da noi no. Non basta ringraziare la gente che apre le case, raccomandando loro di andarle a registrare in Questura, bisogna stare loro vicino. Gambini chiederà un incontro e io non mi fermo qui. Le Marche hanno un piano di emergenza? C’è dialogo tra Ministero, Regione e Comuni? Sono una catanese che abita qui e che cerca di fare qualcosa per questa tragedia, ma ciò che noto è molta burocrazia e poca vicinanza ai residenti che aprono le case ai profughi e che non vanno lasciati soli. Non ci si può limitare solo a dare soldi alle cooperative, come accaduto per i migranti, o a smistare i profughi in strutture a volte precarie, come ho letto in questi giorni"