Infermiera Covid e autista 118: l’amore sospeso Lettera a Draghi: "Vogliamo sposarci, ci aiuti"

Lei lavora nel reparto di Rianimazione d Marche Nord, lui è un soccorritore: entrambi in prima linea dall’inizio della pandemia. "Da dicembre 2019 sogniamo le nozze, ora le abbiamo fissate per il 5 giugno, una data importante per noi. Ma è tutto bloccato"

Pesaro, l'infermiera e l'autista del 118 scrivono a Draghi: "Vogliamo sposarci"

Pesaro, l'infermiera e l'autista del 118 scrivono a Draghi: "Vogliamo sposarci"

Spera di poter coronare presto il suo sogno, cioè quello di sposare Francesco, l’uomo della sua vita. Impresa non facile in tempi di Covid, dove una data certa per la ripartenza delle cerimonie ancora non c’è. Così, ieri mattina, Chantal Cocco, infermiera 31enne di Pesaro che lavora nel reparto Rianimazione Covid, ha deciso di scrivere una mail al premier Mario Draghi per chiedergli aiuto. Da dicembre 2019, Chantal sta cercando di organizzare il suo matrimonio col fidanzato Francesco Tomasetta, autista soccorritore del 118. Ma la pandemia, fino ad ora, non glielo ha permesso. "Così oggi (ieri), ho deciso di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Draghi – racconta Chantal –, sperando che la legga e risponda. Soprattutto, auspichiamo che gli arrivi la nostra volontà di realizzare questo grande sogno, ostacolato dalla pandemia. Noi vorremmo sposarci il 5 giugno: è una data simbolica poiché è il compleanno di mia nonna, che ora non c’è più. Per questo, confido nel premier Draghi. Se arriveranno certezze, sapremo già dove andare: la cerimonia si terrà a Villa San Martino, mentre il ricevimento lo faremo a Mondolfo al Perbacco Country House".

Emozionata ed anche piena di speranza, Chantal ha voluto condividere la lettera anche con la redazione del Carlino: "Caro Presidente, mi chiamo Cocco Chantal, non ci conosciamo di persona. Sono qui per chiederle un aiuto, un gesto di umanità in questo periodo di incertezze – l’incipit del testo –. Sono un’infermiera di Pesaro, che lavora nel reparto Rianimazione Covid; è da dicembre 2019 che sto organizzando il mio matrimonio con il mio futuro marito Francesco, anche lui nell’ambito sanitario, autista soccorritore 118. So benissimo che l’inizio del nostro sogno è cominciato prima di tutta questa pandemia e che adesso la situazione è notevolmente cambiata. Ce ne siamo accorti giorno dopo giorno, da quando questa malattia sconosciuta ha travolte le nostre vite. Non chiediamo molto, poiché siamo sanitari e sappiamo cosa succede all’interno degli ospedali. Per questo, sappiamo comportarci con responsabilità, nel rispetto delle regole".

"E allora uno spiraglio di luce, dopo tutta questa oscurità, vorremo chiederglielo – continua Cocco nella lettera –. Il nostro matrimonio, come quello di tanti altri, è in bilico. Siamo pronti ad accettare tutte le norme che ci saranno imposte: anche i nostri invitati, più di una volta, ci hanno detto di essere dalla nostra parte per il rispetto delle normative. La location scelta è spaziosa, con le vetrate che si aprono in tre lati della struttura, abbiamo un numero di partecipanti tale da attuare il distanziamento necessario e ci saranno tutte le precauzioni da parte nostra, dei nostri amici e dei fornitori; inoltre, la maggior parte dei nostri invitati è stata vaccinata".

"Presidente, la mia vita è stata abbastanza dura – conclude la giovane infermiera –, mi sposerò senza le persone che sono state il mio pilastro, i miei nonni. Gli stessi che mi hanno reso la persona che sono oggi. Mia madre è diventata disabile quando avevo 2 anni e mio padre è sparito, non verrà neanche al mio matrimonio. Per questo, la prego di aiutarmi: trasformi questo sogno in realtà". Poi, i cordiali saluti e la firma. Sperando che Draghi risponda.

Angelica Panzieri