Insegnante comunale si dimette senza preavviso. L’amministrazione le richiede 5mila euro

Prima sospesa perché no vax poi ripresa ma in un ufficio separato, ora se n’è andata

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Una giovane insegnante di ruolo della scuola materna comunale, no vax, assunta nel 2020, si è dimessa senza preavviso l’11 maggio scorso dopo aver lavorato l’ultimo giorno il 10. Ora il Comune le chiede indietro quasi 5mila euro. L’insegnante, non avendo il green pass, era stata dapprima sospesa dal 5 ottobre 2021 e poi fatta rientrare al lavoro recentemente ma dirottata verso mansioni da ufficio come altre colleghe sprovviste di green pass. Ma il Comune le chiede indietro 4.900 euro per non aver "... rispettato il termine di preavviso dovuto pari ad un mese – si legge nella determina n. 1193 – inoltre ha usufruito di 6 giorni di ferie relativi all’anno 2021 non maturati, oltre ad aver ricevuto la retribuzione ordinaria del mese di dicembre 2021 benché non lavorato, oltre alle somme per il pagamento delle rate di addizionali che sono state anticipate dalla Amministrazione dal mese di gennaio 2022 al mese di aprile 2022. Visto che l’applicazione dei suddetti recuperi non trova sufficiente capienza in busta paga determinando un debito a carico della predetta dipendente di euro 4.904,34 e corrispondente credito di pari importo a favore dell’Amministrazione, si procede con l’accertamento della somma".

E’ chiaro che il progressivo superamento dell’obbligo del green pass avrebbe fatto rientrare l’insegnante nella sua specifica funzione nelle scuole materne comuali, ma evidentemente non intendeva attendere oltre ed ha presentato le dimissioni dalla sera alla mattina sapendo presumibilmente di andare incontro al rimborso delle somme che aveva incassato preventivamente dal Comune e, in caso di mancata restituzione, alla trafila del pignoramento dei futuri stipendi fino alla somma che vanta il Comune.